Pedofilia: 150 ex alunni seminario Treviso a difesa due preti accusati di abusi

Treviso, 20 feb. (Adnkronos) – “Le cronache di questi giorni provocano in noi ex-alunni del Seminario di Treviso un grande dolore. L’esperienza formativa che noi, firmatari di questa lettera, abbiamo vissuto nel Seminario diocesano, a stretto contatto con gli stessi educatori di cui si parla, è stata caratterizzata da profondo rispetto: ci sentiamo pertanto in dovere di testimoniare che esiste un’altra storia. Alcuni tra di noi hanno vissuto in Seminario insieme alla persona che ora, inspiegabilmente, sta lanciando gravi accuse contro don Paolo Carnio e don Livio Buso, educatori di indiscussa integrità morale ed alto profilo spirituale. Noi, firmatari di questa missiva-testimonianza, non possiamo, al contrario, che essere grati alla loro persona per il ministero che hanno svolto durante molti anni a favore nostro e di tanti altri giovani. Ci hanno aiutato a discernere la nostra vocazione, nel pieno rispetto della libertà di ciascuno, tanto da consegnare a tutti le chiavi per entrare e uscire dal Seminario”. Lo scrivono 150 ex alunni del seminario di Treviso in risposta alle accuse che un ex seminarista ha rivolto a due preti, allora insegnanti del seminario, di presunti abusi sessuali di cui sarebbe stato vittima una trentina di anni fa.
“Anche molte nostre famiglie, che sono state coinvolte nei vari momenti della vita in Seminario, ora stanno soffrendo quanto noi e si uniscono nella solidarietà, nella fiducia e nell’affetto verso di loro – sottolineano -La vita che abbiamo trascorso in Seminario, in particolare per quanti di noi sono stati nella Comunità Vocazionale, è stata sempre caratterizzata da uno stile molto familiare, sia per i tanti momenti comunitari che per la disposizione degli spazi. Qualunque strana situazione difficilmente sarebbe potuta rimanere nascosta. Abbiamo vissuto in un ambiente sereno dove c’era fiducia tra di noi e verso gli educatori; comprendevamo, anche senza dircelo, quali erano le normali difficoltà che ciascuno stava vivendo nel suo cammino vocazionale”.
“Sentiamo dunque di poter interpretare il pensiero di molti nell’esprimere a don Paolo e a don Livio tutta la nostra stima e fiducia; siamo solidali con il loro dolore, e allo stesso tempo fiduciosi che la limpidezza della loro vita e del loro ministero possa portare a una rapida chiarificazione dei fatti . A don Paolo e a don Livio desideriamo esprimere, con cuore grato, tutto il nostro affetto e la nostra vicinanza che si fa preghiera accorata affinché Dio li sostenga”, concludono.

(Adnkronos)