Aneurismi dell’aorta, in netto aumento le tecniche poco invasive per curarli, si abbassa però l’età dei malati

Se ne parla dal 16 al 18 giugno 2016 a Vip Congress, che riunisce a Padova il “gotha” mondiale della chirurgia vascolare ed endovascolare

L’acronimo Vip sta per Vascular International Padova, ma potrebbe essere usato anche nell’accezione più comune che definisce personaggi importanti. Perché quello che si svolgerà a Padova dal 16 al 18 giugno 2016, nel centro Altinate San Gaetano, è il congresso mondiale che riunisce ogni due anni nella città veneta una sorta di “club” dei chirurghi vascolari più importanti al mondo. A rendere possibile il prestigioso incontro, che vedrà la partecipazione di circa 200 chirurghi provenienti da 32 Paesi, è stato Franco Grego, professore ordinario di Chirurgia Vascolare dell’Università di Padova nonché direttore della Clinica di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare, centro di eccellenza veneto e italiano per la diagnosi e la cura delle malattie delle arterie.

Dopo il Nord e il Sud America, focus sull’Asia
. Grego, 58 anni, bolzanino di nascita ma padovano d’adozione fin dai tempi dell’università, quando incontrò il professor Giovanni Deriu, suo maestro e fondatore della chirurgia vascolare a Padova – che presiederà insieme a lui i lavori congressuali -, ha dato vita al progetto Vip Congress nel 2012. “Fin da subito, il nostro obiettivo è stato quello di riportare al centro dei lavori l’attività scientifica, oggi troppo spesso messa all’angolo da aspetti più prettamente commerciali, portando i migliori chirurghi vascolari europei ad incontrare, in un clima di amicizia e confronto, quelli degli altri continenti in modo da creare un gruppo di “opinion leader” in questo settore”, spiega Grego. Dopo aver dedicato il primo Vip Congress all’incontro dei chirurghi vascolari dell‘America Latina e, nel 2014, a quelli del Nord America, quest’anno sarà la volta dei chirurghi asiatici, in arrivo da Corea del Sud, Filippine, Nepal, Taiwan e naturalmente Cina. “Un po’ per la lingua, un po’ per ragioni politiche interne, non abbiamo mai avuto modo di avere una corretta informazione su come operano i cinesi, ma da un nostro primo viaggio in Cina ci siamo resi conto che non c’è divario tecnico e che, anzi, visto il numero della loro popolazione, i colleghi cinesi possono vantare un numero molto consistente di casistiche utili al confronto”, spiega Grego.

Una patologia temibile ma sempre più curabile in modo poco invasivo. Nella tre giorni congressuale si metteranno a fuoco problematiche e soluzioni del trattamento dell’aneurisma dell’aorta addominale e dell’aorta toracica. L’aneurisma è una dilatazione permanente dell’arteria (es. aorta, carotide, ecc.). Quando l’aneurisma progredisce, nel 95 per cento dei casi a causa dell’aterosclerosi, che si manifesta tipicamente nell’età adulta e avanzata, si può arrivare alla rottura dell’arteria e, di conseguenza, all’insorgere di un’emorragia che mette a repentaglio la vita. L’obiettivo, quindi, è di prevenire la rottura dell’aneurisma, attraverso semplici esami clinici e strumentali e l’adozione di uno stile di vita più sano (niente fumo, regime alimentare controllato e più movimento). “Abbiamo registrato un abbassamento dell’età dei malati – osserva Grego – sia perché si vive più a lungo sia perché i “baby boomer”, ossia la generazione tra 52/71 anni, figlia del boom economico, è stata poco abituata alla prevenzione. La buona notizia è che sempre più pazienti – almeno il 50/60 per cento delle persone colpite da aneurisma dell’aorta – oggi possono essere operati con metodiche poco invasive, che consentono di ridurre in maniera importante i rischi operatori e i tempi di degenza”. Il “segreto” sta nella tecnica chirurgica endovascolare, nata vent’anni fa, dunque piuttosto di recente, e a cui la Clinica padovana ha contribuito a dare il più rapido sviluppo in Veneto e in Italia. “Mentre la tecnica chirurgica classica cura l’arteria ammalata, quella endovascolare ne previene la rottura attraverso l’inserimento di un’endoprotesi. L’orientamento futuro va verso un ulteriore miglioramento di questi aspetti tecnologici. II consiglio che mi sento di dare, comunque, è quello di affidarsi a centri che applicano entrambe le metodiche, la tecnica chirurgica tradizionale e quella endovascolare, in modo da ricevere la cura più adatta al proprio caso”, conclude Grego.

Il chi è della Clinica. Con 1.100 interventi all’anno di sola chirurgia arteriosa ricostruttiva, la Clinica di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare di Padova è oggi il reparto a più alto volume assistenziale della Regione Veneto in fatto di chirurgia vascolare ed endovascolare. E’ inoltre hub regionale per la patologia vascolare ed è tra le prime 4 strutture in Italia per volume e risultati. Sede dell’unica scuola di specializzazione in Chirurgia Vascolare per il Triveneto, con sedi aggregate presso le Università di Verona, Trieste e Udine, la Clinica ha formato la maggior parte dei primari e degli aiuto primari delle unità operative di chirurgia vascolare del Nordest.

(Gaiares comunicazione)

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