L’arbitro Rizzoli: “La moviola in campo? Snaturerebbe il gioco”

Calcio

Roma, 25 apr. (AdnKronos) – “Siamo negli anni in cui un arbitro ha a che fare con 20-30 telecamere e quindi direi che e’ una competizione impari per non essere screditati in qualche decisione e quindi qualche passo e’ necessario. Se questo verra’ fatto con intelligenza, senza snaturare la filosofia del gioco del calcio, allora mi trova d’accordo. Fermare il gioco per qualche secondo per avere l’avallo della tecnologia va bene, ma se si arrivasse nel corso di una gara qualche minuto di sospensione allora non sarei d’accordo perche’ si snaturerebbe il gioco. Nel calcio conta l’oggettivita’ piu’ che la soggettivita’. Per quello spero e mi auguro che le partite non durino piu’ a lungo”. E’ l’opinione espressa dal miglior arbitro italiano, Nicola Rizzoli, durante Radio Anch’Io Sport su Radio Uno, a proposito dell’introduzione della tecnologia e sulla moviola in campo.

Il fischietto emiliano, per due anni di seguito miglior arbitro del mondo, ha commesso un errore in Champions League nella semifinale di ritorno di Atletico Madrid-Barcellona che ha suscitato molte polemiche in Spagna. “Probabilmente con l’ausilio della tecnologia in pochi secondi si sarebbe arrivati ad una piu’ esatta valutazione -ha ammesso Rizzoli-. A volte non si possono cogliere tutti gli elementi in modo oggettivo”, ha aggiunto riferendosi al mancato rigore assegnato al barca al 93′ per un fallo di mano di Gabi, con Rizzoli che ha fischiato solo un fallo dal limite mandando su tutte le furie i catalani. “Al raduno dell’Uefa ho parlato col mio collega spagnolo e lui mi ha detto che la polemica e’ andata avanti un giorno e poi stop, anche se il giornale catalano ha esasperato la cosa in modo ancora piu’ eclatante”.

Tornando a parlare del campionato italiano il direttore di gara ha spiegato che “dall’anno prossimo penso che ci sara’ una prima sperimentazione, con gli arbitri che potranno parlare nel dopo gara”. “Penso che quel giorno arrivera’ preso. E’ nelle mire del nostro presidente e forse l’anno venturo ci sara’ una prima prova, magari solo per qualche partite, non tutte, per cercare di avviare un dialogo post partita. Vediamo se ci sara’ predisposizione ad ascoltarci, se questo avverra’ con intelligenza magari si potra’ davvero dare una svolta e far si che gli arbitri possano cominciare a parlare dopo una partite”.

Ad ogni modo Rizzoli non ha nessuna intenzione di mollare. “Sin da ragazzo ho sempre pensato che bisogna fare un passo alla volta, se ho davanti una lunga scalinata non salto nessun gradino. Mi sento bene, non sono ne’ demotivato ne’ demoralizzato, con l’esperienza che ho ottenuto nel tempo e con la professionalita’, la mancanza di motivazioni non rientra nella mia testa. Ho detto che penso a finire bene il campionato, che poi mi concentrero’ sull’Europeo”. Rizzoli torna poi anche sul famoso episodio del presunto contatto con la testa di Bonucci, nel derby Torino-Juve. Ieri un caso simile con il laziale Keita.

“Della vicenda Bonucci se ne e’ parlato troppo, ma in nessuna maniera puo’ avermi demoralizzato. E’ vero che non ci si deve fare avvicinare troppo dai calciatori, ma non si possono costruire castelli su due fotografie che poi vengono messe sui social. Se si guarda il video ci si rende conto che non c’e’ alcun tipo di contatto e questo mi sembra evidente altrimenti non ci sarebbero stato dubbi sul da farsi da parte mia. Ieri Keita era fermo e immobile, mi ha semplicemente chiesto spiegazioni. Spero non se ne parli in eccesso anche adesso, mi sembra assurdo guardare una foto e costruire castelli, quando il video chiarisce tutto”.

(Adnkronos)