Roma, 21 giu. – Dal reclamo di un pagamento di un credito da parte di un ecclesiastico che aveva impartito lezioni di grammatica a un giovinetto al mancato pagamento dell’affitto di un appartamento; dal pignoramento del mobilio alla sfumata stipula di un contratto di vendita di una casa: nell’Archivio di Stato e nell’Archivio Arcivescovile di Pisa sono state ritrovate 106 cause civili discusse nei tribunali dallo scrittore e commediografo Carlo Goldoni (1707-1793) all’epoca in cui esercitava la professione forense.

Nella maggior parte dei casi l’avvocato veneziano intervenne come promotore, in altri come parte e in altre ancora come estensore dei documenti per conto di altri colleghi. I documenti inediti degli anni 1745-1747 sono stati portati alla luce da Maria Augusta Morelli Timpanaro e Giancarlo De Fecondo, rispettivamente ex direttore e attuale vicedirettore dell’Archivio di Stato di Pisa, al termine di una lunga ricerca iniziata nel 2002. Con il titolo ”Goldoni avvocato a Pisa” e’ stato ora pubblicato con i testi inediti un volume monografico della rivista ”La rassegna della letteratura italiana” (Le Lettere editrice), con la presentazione di Roberto Turchi.

Gli studiosi Morelli Timpanaro e De Fecondo sono riusciti a scoprire le testimonianze delle cause nelle quali l’autore di ”Arlecchino servitore di due padroni” e ”La locandiera” svolse la parte di legale, individuando la grafia dell’avvocato veneto (com’egli era solito definirsi) nei documenti custoditi negli archivi storici pisani. ”E questo era l’unico modo di pervenire ad identificare le comparse goldoniane, non usando gli avvocati di quel tempo firmare le difese manoscritte dei loro clienti”, spiegano i due studiosi.

(Adnkronos)