IL NON PROFIT MOTORE DEL FUTURO MODELLO SOCIOSANITARIO FEDERALISTA

20 maggio 2011 – Il federalismo sociosanitario va attuato anche attraverso il volontariato e la sinergia tra sistemi sanitari vicini. E' stato ribadito al convegno di oggi a Padova, organizzato da Federsanità Anciveneto nella sede dell'Opera dell'Immacolata Concezione. ''Parlare di efficienza forse è superfluo qui in Veneto, in particolare se confrontato con altre regioni d'Italia -spiega il presidente di Federsanità Anciveneto Gianluca Forcolin- In ogni caso, molto importante sarà soprattutto la sinergia tra i Comuni e le realtà associative del territorio: con il 10 per cento della popolazione veneta impegnato nel volontariato, lavorare a braccio con loro significa garantire servizi essenziali alla gente riducendo nel contempo i costi. Continueremo inoltre a lavorare assieme a Federsanità Friuli, prendendo esempio dai modelli già attuati''.
Sulla stessa linea si pone Angelo Ferro, presidente dell'Opera Immacolata Concezione che ha ospitato il convegno: ''Sulla gestione della non autosufficienza, il ruolo dei Comuni è indispensabile per il raccordo tra il mondo Non profit e i bisogni di anziani e famiglie. Adesso è importante garantire il benessere degli anziani attraverso un graduale decentramento, che porti a una maggiore offerta di servizi nel territorio come la riabilitazione: basti pensare che l'assistenza ospedaliera costa ai cittadini 500-600 euro giornalieri, quella domiciliare soltanto un centinaio''.
Precisa infine Fortunato Rao, direttore generale dell'Ulss 16: ''Il recente decreto legislativo 68/2011 stabilisce che la spesa sanitaria regionale venga destinata il 5 per cento all'assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, il 44 per l'assistenza ospedaliera e il 51 per l'assistenza distrettuale (case di riposo, assistenza domiciliare). Per arrivarci bisogna puntare alla massima integrazione tra pubblico e privato sociale, come fondazioni e associazioni''.

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