“Tutto Scorre”, la mostra di Oliviero Rainaldi al Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra’ (VE)

La Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso presenta la mostra “Oliviero Rainaldi. Tutto Scorre”, organizzata da Munus per la cura di Costantino D’Orazio. Un omaggio all’acqua e al suo potere evocativo, un viaggio a ritroso nel tempo tra miti e icone della letteratura e dell’arte all’interno di una delle ville storiche più raffinate d’Europa.

Ultima tra le ville costruite dai notabili veneziani sul Brenta, Villa Pisani ancora oggi si presenta con tutte le caratteristiche del giardino neoclassico, ricco di architetture e prospettive ottiche, al quale si aggiunge nell’Ottocento il giardino “romantico”, apparentemente più selvaggio.

Dopo Mimmo Paladino, Jannis Kounellis, Richard Long e altri artisti internazionali che hanno realizzato in passato opere per il parco, è la volta di Oliviero Rainaldi (Caramanico Terme – Pescara, 1956), che torna nel territorio in cui ha vissuto la sua infanzia. La sua carriera, che lo ha portato a vivere e lavorare a Roma accanto agli artisti della nota Scuola di San Lorenzo, gli ha permesso di maturare un linguaggio che ben si connette con le forme classiche e raffinate di Villa Pisani.

L’artista ha preso spunto da questa particolare dimensione ambientale per elaborare le sue installazioni, che dialogheranno con le radure, le architetture e le prospettive della villa, grazie a quindici progetti disseminati nel parco e una ricca sezione di dipinti all’interno della Riserva degli Agrumi, per un totale di circa 50 opere.

Il suo lavoro, che da oltre trent’anni si muove tra gesso, oro, marmo e vetro, si arricchisce in questo nuovo percorso della presenza vitale ed evocativa dell’acqua, utilizzata come materia e superficie da modellare con i suoi segni e le sue invenzioni. Dal Mosé, che sembra scomparire assorbito dal flusso immaginario dell’acqua del Mar Rosso, a Marat, un corpo in marmo che viene risucchiato nella materia di cui è costituito, i riferimenti culturali di Rainaldi spaziano dalla dimensione classica a quella religiosa, fonti per storie della medesima forza e suggestione.

Le opere, disseminate all’interno del parco, mostrano una rinnovata capacità dell’artista di sperimentare materiali differenti modellati in forme essenziali, che rimandano ai raffinati tratti di Francesco Laurana e Arnolfo di Cambio, alle origini della scultura rinascimentale. Attraverso una personale rilettura delle misteriose figure di Arturo Martini e dei volti intensi di Medardo Rosso, Rainaldi offre una visione contemporanea di miti che hanno attraversato tutta la nostra storia. Con leggerezza e acume, l’artista rilegge il tema delle Tre Età dell’Uomo che ammiccano da un cubo trasparente, mentre una Venere dorata si anima al passaggio di un velo d’acqua.

La mostra, organizzata da Munus e curata da Costantino D’Orazio, sarà accompagnata da un catalogo edito da Marsilio con testi di Giuseppe Rallo, Francesco Buranelli e Costantino D’Orazio.

Oliviero Rainaldi ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia con Emilio Vedova e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila con Fabio Mauri. Il suo lavoro è stato presentato in rassegne d’arte e spazi museali in Italia ed all’estero, quali ad esempio Prospect ‘93 allo Schirn Kunstalle di Francoforte; Otis Parson, Los Angeles; Polk Museum, Florida; GAM, Bologna; Museum National Jakarta, Indonesia; Mezzanine Gallery, Metropolitan Museum of Art, New York; Mucsarnok Kunstalle Budapest. Dal 2000 ad oggi ha realizzato gli arredi liturgici di varie Chiese di Roma e di Terni e ha lavorato a varie commissioni ecclesiastiche; è stato insignito da Papa Giovanni Paolo II del titolo di Accademico della Pontificia Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi del Pantheon.

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