Moneta, economia e prospettive… a colloquio con l’economista padovano Fabrizio Zampieri

Risale al 2004, ma risulta assai attuale per temi ed intuizioni: “Finanza d’impresa al bivio”  (Milano, Franco Angeli € 21,00  www.francoangeli.it ) pubblicazione miscellanea che prende in esame molti aspetti di grande attualità nel dibattito economico. Abbiamo rivolto ad uno dei coautori, l’economista padovano  Fabrizio Zampieri, alcune domande su temi inerenti all’attuale congiuntura economica.
Risale al 2004, ma risulta assai attuale per temi ed intuizioni: “Finanza d’impresa al bivio”  (Milano, Franco Angeli € 21,00  www.francoangeli.it ) pubblicazione miscellanea che prende in esame molti aspetti di grande attualità nel dibattito economico: la valenza di “Basilea 2”, accordi interbancari, il ruolo dei fondi d’investimento con specifico riferimento al fenomeno del private equity, particolarmente significativo nel nostro paese, patria delle “multinazionali tascabili” desiderose di espandersi specie nei mercati internazionali e talvolta di trovare una propria collocazione in borsa fino ad annoverare la finanza comportamentale ed etica. Abbiamo rivolto ad uno dei coautori, l’economista padovano  Fabrizio Zampieri,  che nel libro propone il contributo “L’impatto delle variabili psicologiche nelle decisioni finanziarie e di investimento”, alcune domande su temi inerenti all’attuale congiuntura economica.

Come valuta l’attuale congiuntura economica?

La ripresa avviatasi in questo frangente non è destinata a durare a lungo, in quanto vi sono dei grossi problemi strutturali sia a livello di modello di sviluppo che di gestione economica interna di alcune economie. Un fattore che penalizzerà molti Paesi europei è la gestione che è stata fatta del processo di integrazione monetaria, con particolare riferimento alla politica dei tassi attuata dalla BCE.

Lei dunque imputa una parte di responsabilità anche alla moneta unica europea, l’Euro?

Certamente, anzi devo dire che le responsabilità che ravviso sono proprio nel modo con cui è stato gestito il passaggio alla nuova moneta: problemi come il progressivo rialzo dei prezzi e del costo della vita o la difficoltà per le aziende europee di vendere all’estero a causa della forza dell’Euro nei confronti delle altre principali valute (dollaro usa, yen giapponese, franco svizzero, ecc..) assumono rilevanza secondaria in relazione ad una problematica di fondo; forse non tutti sanno che la BCE (Banca Centrale Europea) è un organismo in larga parte privato, indipendente e svincolato dalle altre Istituzioni Comunitarie, inoltre circa il 20% del capitale di BCE è posseduto dalle Banche Centrali d’Inghilterra, Svezia e Danimarca, Paesi europei che non hanno aderito all’Euro… Sarebbe alquanto interessante visionare le composizioni del capitale sociale di BCE e Banca d’Italia (per esempio, potremmo notare che circa il 90%!! del capitale di Banca d’Italia è in mano a Banche private). E pensare che l’art.3, ultimo comma, dello statuto di Banca d’Italia proibisce agli Istituti di Credito privati di detenere la maggioranza del capitale della Banca Centrale. Credo sorgano immediati e spontanei dubbi relativamente al fatto che uno dei principali compiti della nostra Banca Centrale dovrebbe essere, ed uso non a caso il condizionale, quello di controllare il sistema bancario e le Banche, Banche che però, a loro volta, controllano effettivamente il controllore! (per verificare quanto detto, si visiti www.bancaditalia.it/la_banca/partecipanti/ NDR)
Altre anomalie sono riscontrabili nel fatto che sulle banconote in Euro non esiste un numero di serie, bensì un semplice codice di controllo che non ci dice realmente quante banconote di uno stesso tipo siano effettivamente in circolazione. Questo pseudo nr. di serie è preceduto da una lettera che indica semplicemente il Paese nel quale è stata introdotta la banconota (S: Italia, X: Germania, U: Francia, Y: Grecia, ecc..), lettera a cui segue una serie di numeri i quali, sommati ad uno ad uno in sequenza, daranno sempre un’unica cifra uguale, indipendentemente dal taglio della banconota (7 per l’Italia, 2 per la Germania, 5 per la Francia, ecc..).
Ed ancora, sulle banconote in Euro, unico fenomeno al mondo, compare il simbolo “C” di copyright (visibile prima dell’intestazione BCE sul verso di ciascuna banconota, NDR), ovvero gli Stati che adottano questa valuta devono pagare il diritto d’autore (circa 1 centesimo di euro per ogni banconota) ad una Società privata di proprietà di BCE. Ovviamente chi paga realmente siamo noi cittadini.
Questi aspetti purtroppo non vengono portati a conoscenza della massa dei contribuenti e raramente vengono trattati dai normali media e canali di informazione. E’ facile comprenderne il motivo se pensiamo che nella maggior parte dei casi questi ultimi hanno come finanziatori proprio  primari Istituti di Credito.

Dunque oltre all’Euro ci sono altri fattori comuni a livello internazionale, come per esempio il problema del debito pubblico?

Parlerei di quella parte di debito pubblico determinata dall’ammontare delle risorse destinate all’”acquisto” delle banconote e monete da far circolare all’interno dei propri confini nazionali. Per semplificare, ogni Stato aderente all’Euro compera dalla BCE un determinato ammontare di valuta e spesso s’indebita per pagarla. Questo è un atto sostanzialmente illegittimo poiché ogni Stato è un ente sovrano e quindi tutte le Istituzioni Comunitarie dovrebbero appartenere agli Stati europei. Nel nostro caso, invece un ente privato (BCE), regolato quindi da principi individualisti e di profitto, si trova in una posizione al di sopra di Stati e Governi (signoraggio). Non vorrei andare oltre con il quadro attuale, ma credo la situazione si commenti da sola.

Ritiene che la politica dovrebbe farsi davvero carico delle questioni economiche in modo meno succube?. Abbiamo visto tutti con quale ortodossia siano seguite le indicazioni delle grandi Banche d’affari internazionali da parte di esponenti politici quali l’ex presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi o rappresentanti quali Mario Monti o Tommaso Padoa Schioppa…

Purtroppo la situazione a livello internazionale non è rosea proprio per il fatto che le scelte e le direttive economiche e finanziarie sono dettate dalle grandi Banche d’affari americane, con qualche Banca inglese e dalle multinazionali americane, inglese e francesi..
Purtroppo, il potere finanziario determina anche il potere politico; non a caso, se andiamo a vedere la provenienza di alcuni esponenti del mondo politico, ora in posizioni determinanti, possiamo notare che, nel loro passato recente esistono esperienze lavorative in grandi Banche o multinazionali estere, di quelle citate sopra (Prodi, attuale capo del Governo Italiano, e Draghi, Governatore della Banca d’Italia, per esempio, hanno lavorato entrambi in Goldman Sachs; Padoa Schioppa, ministro dell’Economia, proviene dalla BCE; Ciampi, ex Presidente della Repubblica, ha ricoperto la carica di Governatore di BdI, ecc…).
Esistono attualmente pochi politici che non siano influenzabili dalle direttive impartite da queste “Istituzioni private”, come mi piace definirle, ed inoltre gran parte della nostra classe politica non è certamente preparate nella materia. Ed è anche per questo che la situazione non migliorerà nel breve periodo.

Per chi volesse approfondire questi temi cruciali, può indicarci alcuni siti o libri, oltre al titolo a cui ha collaborato anche lei?

A livello di bibliografia mi sento di suggerire:
Eugenio Benetazzo,: Duri e Puri, aspettando un nuovo 1929, La Riflessione Ed., 2005
Della Luna-Miclavez: Euroschiavi, Arianna Editrice, 2005
Fasullo- Volpe: Borsa Valori, Finanza d’Impresa, Strumenti e Strategie d’Investimento, FAG Edizioni, 2003.
Galloni: Misteri dell’euro misfatti della finanza – Rubbettino Editore- 2005
Masullo- Martelli: Il mercato valutario e l’Euro- FAG- 2003
Massaro- Panerai: “I furbetti del quartierino”, Class Editori, 2005.

Come riferimenti ad internet:
www.fib30online.it
www.signoraggio.info
www.sovranitamonetaria.org

Alberto Leoncini

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FABRIZIO ZAMPIERI Laurea in Economia Aziendale all’Università Cà Foscari di Venezia e successivo  Master  in discipline   bancarie/finanziarie presso il CUOA. Laurea Honoris Causa in Scienze Finanziarie.  Ha maturando esperienze finanziarie presso primarie Società di Consulenza del settore. Come consulente si occupa di: analisi e studio dei mercati finanziari, gestione del rischio di cambio e degli  strumenti finanziari,   gestione della tesoreria   aziendale multivalutaria, gestione dell’indebitamento e  dei  rapporti  Imprese-Banche, con target di clientela “Private” e “Corporate”. Come formatore collabora con Associazioni di categoria e Imprese attraverso progettazione e docenze di corsi, seminari, incontri.  Socio ordinario Assoconsulenza  della  quale  è Segretario per la delegazione di Padova e provincia. E’ socio ordinario di ALEA (Associazione Laureati in Economia Aziendale di Ca’ Foscari-Venezia). Email: [email protected]

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