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24-30 settembre 2015, in scena alla Triennale di Milano un Pranzo improvvisato

alla fantasia di 22 illustratori di fama internazionale che interpretano in chiave contemporanea i testi di alcune ricette futuriste scritte nella prima meta’ del ‘900. Questo l’intento che ha mosso le illustratrici Cristina Amodeo, Ilaria Faccioli e Gaia Stella, curatrici di “Pranzo Improvvisato” ([pranzoimprovvisato.blogspot.it]), mostra internazionale di illustrazione in programma alla Triennale di Milano dal 24 al 30 settembre 2015, realizzata con il sostegno di Ballarini (www.ballarin.it) e Cantina Valpolicella Negrar (www.cantinanegrar.it).

giordano-algaspuma-tirrena-con-guarnitura-di-coralliLa mostra s’ispira a “La cucina futurista”, il Manifesto scritto da Marinetti (e Fillia) nel 1932. Si tratta di un manuale di cucina vero e proprio, che rappresenta anche uno spaccato della cultura del movimento futurista, di cui il poeta Marinetti e’ stato il fondatore. Il forte potere evocativo delle ricette ha “acceso le matite” dei 22 illustratori provenienti da tutto il mondo, dall’Italia al Giappone, dagli Stati Uniti alla Finlandia. Ognuno di loro ha interpretato liberamente una ricetta tratta dal Manifesto culinario di Marinetti, realizzando un’illustrazione a colori proposta in mostra in formato stampa e realizzata con i caratteri mobili dell’archivio della Tipografia Fratelli Bonvini di Milano. Il menu in mostra e’ disegnato da: Fablo Amargo, Cristina Amodeo, Gwe’nola Carre’re, Beppe Giacobbe, Giacomo Bagnara, Ilaria Faccioli, Federica Del Proposto, Bruno Zocca, Gaia Stella, Philip Giordano, Anne Laval, Elenia Beretta, Simone Massoni, Sanna Mander, Ilaria Falorsi, Violeta Lopiz + Valerio Vidali, Laurent Moreau, Joohee Yoon, Andre’ da Loba, Sac Magique, Studio Fludd, Charlotte Trounce. Catalogo realizzato in collaborazione con Grafiche AZ a cura di Cristina Amodeo, Ilaria Faccioli e Gaia Stella ISBN 979 12 200 0387 2, euro 20,00.

amargo-uova-divorziateMecenatismo verso l’energia creativa e il talento dei giovani. L’illustrazione e’ un’arte che, spesso, trova attenti mecenati e fruitori nel settore privato, e solo in misura minore in spazi pubblici. Da qui, l’importanza che la mostra sia ospitata nelle sale della Triennale, prestigiosa istituzione culturale internazionale. L’esposizione ha ricevuto anche il sostegno di Ballarini e Cantina Valpolicella Negrar. “Tre elementi, in particolare, ci accomunano a questo progetto artistico: la volonta’ di elevare la cultura del cibo, il talento unito a ricerca e a competenza, l’entusiasmo e la determinazione“, racconta Angelo Ballarini, che rappresenta, assieme ai cugini, la quarta generazione alla guida dell’omonima azienda. “Cantina Valpolicella Negrar da tempo investe sui giovani: abbiamo scelto di sostenere questo progetto perche’ crediamo nell’energia creativa e nelle giovani generazioni che la alimentano. Sostenere un’idea di futuro che valorizza il nostro patrimonio culturale e’ un’opportunita’ che ci rende orgogliosi“, commenta Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar.

moreau-apparizioni-cosmicheBallarini, una storia italiana. L’azienda nasce nel 1889 come piccolo laboratorio artigiano di utensili in metallo ad opera di Paolo Ballarini. Nel 1931 il catalogo Ballarini offre 2000 referenze tra stoviglie, utensili e pentolame. E’ degli anni ’60 la scelta strategica di far convergere l’azienda alla produzione delle sole pentole antiaderenti. Dagli anni ’90 in poi Ballarini innova a piu’ riprese il mercato casalingo con un susseguirsi ritmico di novita’, tra cui il nuovo ramo d’azienda Ballarini Professionale. Oggi Ballarini Spa e’ una delle realta’ di maggior rilievo in Europa, e’ presente in tutto il mondo esportando il 75% della propria produzione. Nel suo stabilimento di Rivarolo Mantovano (MN) lavorano piu’ di 300 dipendenti che producono oltre 12 milioni di pentole l’anno.

bagnara-ultravirileCantina Valpolicella Negrar, alle origini dell’Amarone. Nata nel 1933, la cantina Cooperativa ha fatto la storia del vino in Valpolicella, territorio a Nord di Verona. Basti pensare che il nome Amarone, vino rosso celebre nel mondo, fu coniato negli anni ’30 del secolo scorso proprio nella sua bottaia. L’azienda si trova a Negrar (VR), conta 230 soci che coltivano 700 ettari di vigneti, distribuiti nella zona Classica, soprattutto in collina, e ha registrato nel 2014 un fatturato di 34 milioni di euro (65% all’estero). La qualita’ dei vini e’ garantita da tre punti di forza: il controllo dell’intera filiera produttiva, il sapere condiviso tra viticoltori e tecnici, la ricerca e l’innovazione costante, che permettono di riscoprire nella tradizione vitivinicola locale valori territoriali inconfondibili, esprimendoli con uno stile moderno.

(Gaiares comunicazione)

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