Twitch: perché ha successo e perché potrebbe rappresentare una grande opportunità

Lo streaming di contenuti audio e video è il vero segno distintivo dell’era tecnologica attuale. In streaming guardiamo i nostri film e serie preferite, seguiamo in diretta i principali eventi sportivi e ci informiamo grazie ai canali di news in tempo reale. Piattaforme come YouTube, Netflix e Facebook hanno riscosso un enorme successo sfruttando le potenzialità dello streaming. Ma in questo panorama c’è un nome che si sta affermando come un punto di riferimento: Twitch. Nata come piattaforma per la trasmissione di contenuti legati al gaming, oggi Twitch è molto di più e potrebbe rivelarsi una enorme opportunità di crescita per le aziende di ogni dimensione.

Iniziamo da qualche numero recente e decisamente impressionante. Alla fine dello scorso anno Twitch ha aumentato il numero di visualizzazioni globali del 45% rispetto al 2020. Tradotto in ore di visualizzazione si è toccata la cifra record di circa 24 miliardi. Dati impressionanti se pensiamo che fino a 3-4 anni fa la piattaforma “viola” era considerata un’esclusiva degli streamer di videogame e degli appassionati che volevano seguire i propri eroi del joypad in tempo reale. Oggi non è più così: basti pensare che tra le categorie più seguite ci sono arte, musica, cucina e sport e che le ore di diretta dedicate a questi contenuti sono quadruplicate nel corso dell’ultimo triennio.

Che Twitch si sia evoluta da semplice piattaforma dedicata al gaming a punto di riferimento online sono i nomi delle aziende che hanno aperto i propri canali ufficiali. Sul fronte dell’intrattenimento abbiamo aziende importanti come PokerStars, su quello dello sport brand come Red Bull e Eurosport, su quello della cucina troviamo alcuni dei più celebri chef stellati al mondo che hanno colto l’opportunità e hanno iniziato a trasmettere le dirette dei loro lavori ai fornelli.

Un mezzo, Twitch, con una audience globale potenzialmente sterminata che potrebbe rappresentare un canale di vendita importante per le realtà commerciali più innovative e attente ai trend della rete.

È la stessa struttura del sito a favorire la fidelizzazione dei pubblici di riferimento e a permettere di raggiungere gli strati della popolazione più alfabetizzati a livello informatico. Twitch è strutturata principalmente in community di persone che seguono i propri streamer preferiti o i propri canali di riferimento. Ed è proprio per questo motivo che non si contano i contratti di sponsorizzazione che i personaggi più celebri sulla piattaforma stanno stringendo negli ultimi mesi. Contratti che potrebbero servire alle giovani aziende per emergere rispetto alla concorrenza.

Un altro aspetto da non sottovalutare è che Twitch non permette soltanto di fare pubblicità “indiretta” attraverso gli streamer. Da qualche tempo infatti la piattaforma mette a disposizione alcuni strumenti interessanti per organizzare campagne pubblicitarie di successo. Sono addirittura 6 i formati pubblicitari a disposizione di un’azienda che sceglie Twitch per pubblicizzare i propri prodotti o servizi.

Il primo sono le Bounty Board, bacheche che consentono ai creatori di contenuti di accogliere richieste di sponsorizzazione direttamente da un database in cui vengono pubblicati gli annunci degli inserzionisti.

Il secondo canale sono le Homepage Carousel, ovvero spazi di promozione di contenuti all’interno della Homepage principale di Twitch. A questi due si aggiungono altri formati pubblicitari sulle pagine di apertura, le super leaderboard, i tradizionali spot in formato video e gli annunci sincronizzati.

Ma c’è anche un altro motivo, e forse è il più importante, per cui un’azienda emergente dovrebbe scegliere proprio Twitch come mezzo promozionale, ovvero la possibilità di entrare direttamente in contatto con i propri potenziali pubblici di riferimento. Aprire una pagina sul sito richiede pochi minuti e permette di pubblicizzare i propri servizi mettendoci la faccia, oppure di testare in diretta i prodotti. Un canale di fidelizzazione dalle enormi potenzialità per ridurre la distanza tra azienda e cliente, ma soprattutto per creare una linea di comunicazione diretta e non mediata tra chi vende qualcosa e chi è intenzionato a comprarlo e ha bisogno di “provare con mano” i prodotti che gli interessano.