Italia esclusa dai Mondiali, una batosta troppo grande per l’Italia calcistica

Batosta morale per l’Italia, esclusa ancora dai Mondiali

Non basta aver vinto gli Europei, l’Italia è di nuovo fuori dai Mondiali, dopo quattro anni dalla grande delusione della non partecipazione ai Mondiali di Russia.

La Nazionale azzurra è, per la seconda volta consecutiva, fuori dai Mondiali. Non è bastata l’illusione bellissima di un’estate magica in cui abbiamo vinto gli Europei per far ritrovare, a tutto il movimento, quella grinta tale da farci tornare a vivere l’esperienza del Campionato del Mondo. Delusione negli occhi di tutti i giocatori e del Mister Mancini dopo l’umiliante sconfitta con la Macedonia, battuta a sua volta dal Portogallo nella finale dei play-off per partecipare a dicembre ai Mondiali in Qatar. Che cosa è mancato all’Italia per essere di nuovo protagonista? Qualcuno potrebbe dire che non c’è stata coesione, non si è rivisto quel gruppo di guerrieri che ha battuto l’Inghilterra a Wembley ai rigori l’11 luglio 2021.

Ma forse il problema è un altro: una generazione di attaccanti poco prolifici ha fatto il danno e non c’è nulla da dire rispetto all’impegno profuso. Abbiamo sbagliato tanto, troppo, e non si doveva neppure arrivare a dover disputare il play-off mondiale dopo la bella cavalcata nelle qualificazioni. Forse è mancata la zampata finale, quel rigore sbagliato da Jorginho e una serie di partite scialbe (come quella contro l’Irlanda del Nord) che andavano vinte. Intanto le scommesse sui Mondiali 2022 continuano a macinare quote e pronostici e la news di aver perso l’ultima chance di qualificarci nel gironcino con Turchia, Portogallo e Macedonia non disattende, comunque, la voglia di scommettere degli italiani.

Un possibile ripescaggio cambia le carte in tavola?

Ancora fuori dai Mondiali dopo quattro anni e mezzo da quel 13 novembre 2017 in cui il pareggio tra Italia e Svezia a reti inviolate gettò un paese nello sconforto. Ma c’è una piccolissima speranza: l’Ecuador rischia i mondiali per una brutta storia su una falsa identità e potrebbe scattare un ripescaggio. Ma che cosa ci meritiamo? Di venire ripresi per i capelli per una storia extra calcistica o di riprendere il nostro cammino come squadra e come movimento sportivo? Noi pensiamo, appunto, che non ci sia bisogno di un miraggio per poter partecipare ai Mondiali ma di dare, finalmente, una svolta a una situazione che, da troppi anni, non ci rende felici di quello che vediamo in Europa e nel mondo. Sì, certo, abbiamo vinto i Campionati Europei e questo può essere considerato solo una parentesi?

A volte ci sembra che la risposta non possa che essere affermativa se meno di un anno dopo non siamo riusciti nella qualificazione mondiale con la stessa squadra. Qualcuno potrà dire che sono pesati alcuni infortuni come quello di Chiesa e di Spinazzola ma, di certo, manca qualcosa. Manca la continuità e anche rincalzi che siano alla stessa stregua dei titolari. Manca, appunto, un sistema che valorizzi i nostri giovani e che permetta anche alle squadre italiane di club di riprendere il proprio posto in Europa.

Perché non siamo più competitivi a livello europeo di club?

Tranne la fortunata cavalcata della Roma che è in finale di Conference League, dopo trentuno anni di digiuno europeo, contro il Feyenoord, le squadre italiane sono tutte fuori dalle competizioni europee. Juventus, Inter (fresca vincitrice di Coppa Italia proprio contro i bianconeri), Milan, Napoli, Atalanta, Lazio, tutte out. E senza troppe storie, nel senso che tutte le partite disputate hanno solo dimostrato il gap incredibile che c’è tra gli altri campionati e il nostro. Le avversarie incontrate in Europa corrono il doppio di noi, hanno giocatori migliori e mostrano un gioco migliore.

Se dovessimo, ad esempio, fare il paragone tra un confronto italiano e una semifinale come quella tra Real Madrid e Manchester City non ci azzarderemmo neppure a finire una frase. E questo è molto rappresentativo di quello che stiamo vedendo e a cui ci stiamo abituando. Non partecipare, per due edizioni consecutive, ai Mondiali è una vergogna e non ci sembra che si stia facendo nulla per cambiare quello che sta accadendo. Una programmazione a lungo termine che ci permetta di puntare sui nostri giovani talenti può essere una soluzione, una scelta che tenda a valorizzare i nostri giocatori e che permetta, a Mancini o al mister che verrà, di poter trovare alternative, di vincere con il bel gioco e senza avere più paura, ecco cosa auspichiamo.