AA 22/23 Primo ciclo – Cercare la sapienza nascosta nel mondo

Il primo grado degli studi teologici proposto dalla Facoltà teologica del Triveneto è un ciclo istituzionale, quinquennale, che offre una preparazione teologico-umanistica tramite l’insegnamento della filosofia, della Bibbia, della storia, della teologia e delle scienze umane e mediante lo studio delle lingue greca ed ebraica (vedi qui i dettagli dell’offerta formativa – scarica il pieghevole).

Approfondiamo questo percorso di studi con il direttore del primo ciclo, don Gastone Boscolo.

Qual è la caratteristica dell’offerta formativa del ciclo istituzionale di teologia?
«Con il suo percorso filosofico, patristico, storico, biblico, dogmatico, morale, spirituale e pastorale, la proposta didattica presenta una visione organica e integrale della scienza teologica ed è un prezioso strumento per imparare ad ascoltare un Dio che ci parla, interroga e chiama al dialogo con Lui. Il ciclo istituzionale, grazie allo studio della filosofia, incoraggia la mente a cercare la «sapienza nascosta» nel mondo (cf. 1Cor 2,7) e mediante lo studio della Scrittura e delle discipline teologiche aiuta l’uomo a impegnarsi nell’intelligenza della fede in un Dio che è Parola eterna e a scoprire le sue tracce nella creazione (rivelazione naturale) e nella storia (rivelazione soprannaturale)».

Perché studiare teologia?
«Lo studio della teologia aiuta a conoscere e ad approfondire la propria fede o la propria ricerca di fede; aiuta ad arrivare a una fede consapevole. Offre inoltre competenze qualificate per mettersi al servizio della propria comunità parrocchiale e della propria Diocesi. Oltre a formare competenze professionali in ambito pedagogico-didattico lo studio della teologia, come le altre lauree umanistiche, sviluppa l’apertura mentale e il pensiero critico, le capacità di relazione e di comunicazione».

Che cosa cercano i giovani oggi?
«I giovani oggi sono interessati ai temi della fede, cercano un dialogo aperto ma troppo spesso non lo trovano; cercano risposte concrete ma troppo spesso ne hanno di semplicistiche; sono scettici, vogliono spiegazioni credibili, vogliono conoscere. Ebbene, lo studio della teologia aiuta a dare risposta a tutto questo».

Quest’anno c’è una novità: alcuni corsi sono messi in comune con l’Istituto superiore di Scienze religiose di Padova.
«Diversi sono i corsi comuni fra i due percorsi di Teologia e di Scienze religiose, soprattutto quelli di carattere biblico-teologico, con lo stesso numero di crediti e spesso tenuti dallo stesso docente. Per questo abbiamo deciso di farli insieme, redistribuendo orari e giorni di lezione. È una scelta che è stata dettata dalla necessità di razionalizzare i corsi, evitando la duplicazione di corsi identici con dispendio di tempo e risorse, e che consentirà di avere classi più corpose, ma anche maggiore interazione e confronto tra gli studenti».

Il ciclo istituzionale si caratterizza anche per la proposta di corsi complementari e seminari su temi teologici e biblici in relazione con l’attualità. Quali saranno le principali questioni affrontate nel prossimo anno accademico?
«Avremo due corsi complementari: Teologia della missione (tenuto da Raffaele Gobbi) e Voci mistiche maschili del Novecento (Marzia Ceschia). Ci saranno i seminari filosofici: Filosofia dell’amicizia e della relazione (Rinaldo Ottone); Religione e politica. Storia e attualità di un rapporto difficile (Tommaso Opocher); l’approfondimento di due opere: “Essere e tempo” di M. Heidegger (Roberto Tommasi) e “Fenomeni fondamentali dell’esistenza umana” di E. Fink (Marco Barcaro). Due i seminari biblici: Il Cantico dei cantici (Maurizio Rigato) e L’annuncio missionario nel Nuovo Testamento (Stefano Zeni). Infine, i seminari teologici: Esiste ancora lo “spirito della liturgia? Un movimento liturgico anche oggi (Gianandrea Di Donna); Il sacramento dell’ordine. La “quaestio disputata” del rapporto tra sacerdozio battesimale e sacerdozio ministeriale (Fabio Frigo); Il “sensus fidei”: l’infallibilità del popolo di Dio “in credendo” (LG 12) (Luca Borgna).

Quale spendibilità ha il titolo accademico di baccalaureato in teologia, che è riconosciuto come laurea nell’ordinamento civile?
«Il baccalaureato in teologia permette di insegnare religione cattolica nelle scuole pubbliche e private. Altra possibile spendibilità è nel settore dall’editoria religiosa o nel lavoro presso enti che si interessano del fenomeno religioso. In un futuro non molto lontano, vista la sempre maggiore carenza di clero, si può pensare all’attività pastorale nelle parrocchie. Chi poi prosegue gli studi a livello specialistico (con i successivi gradi di licenza e di dottorato), può ambire alla figura di teologo, di docente nelle Facoltà di teologia e/o operare nel campo della ricerca».

Paola Zampieri

Il primo ciclo può essere seguito per intero, per conseguire il titolo di baccalaureato, oppure possono essere scelti soltanto alcuni corsi, per interesse e formazione personale.

Scarica il pieghevole.

Le iscrizioni all’anno accademico 2022/2023 sono aperte da maggio a settembre 2022.

Info tel. 049-664116 – [email protected]www.fttr.it/primociclo

Foto da Pixabay

(Facoltà Teologica del Triveneto)