Riforma pensioni: cosa accadrà nel 2022?

Il 2022 si aprirà con un’importantissima novità in tema pensioni, la conclusione dell’esperienza Quota 100. Questi giorni hanno un’importanza cruciale ai fini della auspicata riforma del sistema pensionistico italiano. Governo e parti sociali, infatti, si stanno confrontando per trovare una soluzione che possa essere soddisfacente per tutti. Obiettivo primario degli addetti ai lavori è trovare una formula che possa impedire che, dal primo gennaio prossimo, scatti il temuto scalone di cinque anni, con relativo aumento dell’età pensionabile da 62 a 67 anni. Si tratterebbe del ritorno della riforma Fornero che in molti, anche all’interno del Governo, vorrebbero evitare.

Si ritiene necessario estendere la flessibilità nell’accesso alla pensione, permettendo ai lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione, senza penalizzazioni per chi ha contributi prima del 1996, a partire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età: questa proposta viene ritenuta sostenibile considerando che le future pensioni saranno liquidate prevalentemente o esclusivamente con il calcolo contributivo. Altamente probabile, inoltre, la previsione di nuove misure di rilancio della previdenza complementare per favorire un maggior livello di inclusione previdenziale delle categorie che fino ad ora non hanno aderito in misura sufficiente rispetto a quello che sarebbe la effettiva necessità, con particolare riferimento ai giovani.

A proposito di previdenza complementare, resta forte, per chi ha un impiego e anche per i giovani che si stanno affacciando al mondo del lavoro, l’esigenza di creare delle soluzioni alternative in questo clima di riforme ed incertezza, per potersi garantire un futuro solido e sereno. Gli esperti, dunque, consigliano di puntare sull’integrazione pensionistica, ed è quello che sempre più cittadini stanno facendo attraverso la creazione di fondi pensione, da alimentare ogni mese per poter arrivare più tranquilli al giorno della pensione. Lo dimostrano i dati diffusi dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip). Nel primo semestre del 2021 la previdenza complementare ha raccolto 5,9 miliardi di contributi, l’8,7% in più rispetto allo stesso periodo del 2020.

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