Storia: scoperta, ‘il milione’ di marco polo tradotto in latino dai frati domenicani (3)

(Adnkronos) – Una delle curiosità di questa vicenda riguarda proprio il suo casuale ritrovamento. “È di grande formato – racconta lo studioso – e la cosa più curiosa è che il nome di Marco era sotto una piega. Non ce ne siamo accorti fino a quando a quando non abbiamo semplicemente sollevato quel lembo”.
Il rapporto tra il viaggiatore veneziano e i frati va anche contestualizzato nello scenario che, tra il 1200 e il 1300, vede uno slancio missionario in Oriente: Marco Polo, era evidentemente persona di piena fiducia dell’Ordine, all’interno del capitolo del convento veneziano, e il suo libro era un fondamentale strumento per l’evangelizzazione grazie alle informazioni e conoscenze antropologiche dei costumi orientali.
“L’aspetto curioso del Milione è che c’è una versione originale franco-italiana scritta a Genova con Rustichello da Pisa durante la prigionia, però il successo di questa opera è stato talmente immediato e travolgente che sostanzialmente della versione originale abbiamo un solo manoscritto, mentre è stata tradotta tantissime volte in catalano, in volgare veneto, emiliano, in latino più volte – conclude Bolognari – Quindi diciamo che il Milione è noto perché è plurilingue e non della lingua originale: soprattutto le latinizzazioni sono molto legate all’Ordine Domenicano. Questa particolare versione soprannominata ‘Z’ dagli studiosi presenta delle aggiunte rispetto alla versione franco-italiana che si dicono essere originali. Quindi non si capiva come fosse possibile che questa versione latina avesse dei dettagli in più rispetto alla versione franco-italiana. L’idea che ci siamo fatti è che Marco Polo, una volta tornato a Venezia, si sia dedicato ad aggiungere altri brani alla sua opera, magari dopo qualche chiacchierata. Quindi questa versione ‘Z’ presenta dei dettagli aggiuntivi, che reputiamo siano stati fatti da Marco con i frati”.

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