Este: “Io ci credo”. 4 Novembre 2020 Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate – Discorso del sindaco Roberta Gallana

Il 4 novembre del 1918 entrava in vigore l’armistizio firmato a Villa Giusti, vicino a Padova, dal Generale Armando Diaz, comandante in capo delle Forze Armate Italiane durante i tragici anni della Grande Guerra.

Si legge, nel bollettino della Vittoria, l’annuncio agli italiani della conclusione della guerra.

Per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria, il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del “Milite Ignoto”, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma. Con Decreto Regio del 23 ottobre 1922, il 4 Novembre fu dichiarato Festa nazionale.

La celebrazione del 4 novembre è l’unica Festa Nazionale che abbia attraversato decenni di storia italiana, venendo ricordata ininterrottamente per 102 anni.

Questo giorno di festa che ancora oggi ricordiamo fu preceduto, però, da interi anni di sofferenza.

Furono 651.000 i militari italiani caduti.

1.021.000 furono invece i civili morti durante gli anni del conflitto. Molti per malnutrizione, altrettanti a causa dell’influenza spagnola, altri rimasti uccisi.

950.000 persone rimasero mutilate o invalide. Gli orfani di guerra furono 345.000, la maggior parte dei quali erano poveri figli di contadini.

Nonostante tutto, il 4 novembre 1918, l’Italia intera, provata dalle perdite, festeggiava la sua rinascita, mantenendo intatta la speranza verso il futuro. I 5 milioni di reduci di guerra tornarono a casa pieni di aspettative verso il futuro. Molti di loro, soldati dell’Esercito Italiano, erano appena maggiorenni.

Giovani, ragazzi di nemmeno vent’anni, tornati alla vita dopo aver vissuto gli orrori della guerra. Mutilati, provati psicologicamente, privati di importanti anni della loro gioventù e, spesso, anche di molti dei loro affetti.

Eppure, hanno saputo rialzarsi.

Riprendere a vivere.

Sono andati avanti, hanno ricostruito mattoncino dopo mattoncino le loro vite distrutte, guardando con speranza al futuro e costruendo una nuova coscienza civile. Hanno lavorato, si sono sposati, hanno cresciuto i loro bambini, nonostante il Paese stesse attraversando, in quegli anni, una profonda crisi economica e politica. Hanno guardato al futuro e non si sono dati per vinti, nonostante tutto.

Abbiamo molto da imparare, da questi giovani del passato. Noi, generazioni di fortunati che non hanno dovuto subire l’orrore della guerra, la paura nel vedere figli, padri, amici imbracciare un fucile e andare verso il fronte, con nessuna certezza di vederli ritornare. Troppo spesso sembriamo dimenticarci delle nostre fortune.

Stiamo vivendo un anno molto difficile, che ci sta mettendo duramente alla prova. Penso alle persone malate, alle loro famiglie, a chi rischia di perdere la vita a causa del virus. Penso agli operatori socio-sanitari, impegnati in un compito più grande di loro, stanchi e provati da questa situazione che li pone quotidianamente in pericolo. Penso a tutti i lavoratori che nonostante la pandemia con il loro impegno ci permettono di vivere il nostro quotidiano. Penso ai volontari, a tutti coloro che agiscono per aiutare noi cittadini. Penso poi a tutti i cittadini in difficoltà, a chi ha perso il lavoro e a chi non sa se riuscirà a riaprire la propria attività, ma anche a chi, più fragile, sta accusando anche dal lato psicologico questa situazione di pandemia.

Penso infine alle Forze Armate, che oggi ricordiamo e celebriamo, per l’immenso lavoro che oggi e sempre compiono per salvaguardare la nostra sicurezza e per sostenere la comunità.

“Io ci credo” è l’affermazione che sostengono i rappresentanti delle Forze Armate, quest’anno, per la ricorrenza del 4 novembre. “Io ci credo”, ad indicare la fiducia, il bisogno di libertà, pace e democrazia.

E allora crediamoci davvero, insieme, al futuro. Adattiamoci al cambiamento, abbracciamo le diversità di questa vita che mette alla prova e stupisce quotidianamente. Impariamo ad accogliere le avversità con coraggio e speranza, provando a cercare serenità e pace. Ma, soprattutto, non diamoci mai per vinti.

Io credo nelle capacità della nostra Città, della nostra comunità!

Credo che ognuno di noi, come cittadino, possa fare molto per portare unità, forza e aiuto ai più fragili.

“Io ci credo” che riusciremo insieme ad attraversare questo momento buio, insieme con forza, perseveranza e solidarietà!

     Il sindaco
Roberta Gallana


(Comune di Este)