Chirurgia: nuovo intervento cura epilessia resistente, prima italiana a Genova



Milano, 24 lug. (Adnkronos Salute) – Un nuovo intervento chirurgico mini-invasivo, in grado di risolvere una grave forma di epilessia resistente ai farmaci, è stato eseguito “per la prima volta” in Italia all’Istituto Giannina Gaslini di Genova. L’ospedale pediatrico annuncia oggi il debutto nel nostro Paese di una tecnica chiamata ‘termoablazione laser stereotassica Rm-guidata’, che permette di ‘bruciare’ la lesione cerebrale responsabile del cortocircuito elettrico all’origine delle crisi. I primi due bambini operati sono stati “trattati con ottimo esito e senza complicanze chirurgiche”, riferiscono dall’Irccs ligure.
Un’équipe multidisciplinare del Gaslini, composta da neurochirurghi, neuroradiologi, neuropsichiatri infantili e anestesisti, è intervenuta sui due piccoli per curare “una particolare forma di epilessia farmacoresistente, gravemente invalidante, caratterizzata da crisi cosiddette ‘gelastiche’ causate da una lesione cerebrale profonda denominata amartoma ipotalamico”. Si tratta di “un approccio innovativo ed altamente efficace”, che “consente di risolvere la problematica del bambino minimizzando i rischi legati ad approcci chirurgici più tradizionali”, afferma il direttore generale dell’Istituto, Paolo Petralia.
Attraverso un micro-foro praticato con il trapano sulla scatola cranica, di diametro inferiore ai 3,2 millimetri, viene impiantata nell’amartoma una sonda laser, con precisione submillimetrica e sotto guida costante in tempo reale di un sistema di neuronavigazione. “Abbiamo utilizzato la Risonanza magnetica 3 Tesla per monitorare l’esecuzione della procedura di termoablazione, effettuata utilizzando il sistema Visualase Medtronic – spiega Andrea Rossi direttore Uoc Neuroradiologia del Gaslini – In pratica abbiamo osservato in tempo reale, e quindi in piena sicurezza, la progressiva distruzione e disconnessione elettrica della lesione che causava le crisi epilettiche del bambino, verificando che l’intervento si svolgesse rispettando l’integrità delle strutture cerebrali circostanti”.
“L’amartoma ipotalamico è una lesione cerebrale che causa un’epilessia caratterizzata da crisi con improvvise risate, che si verificano fuori da qualsiasi contesto – sottolinea Lino Nobili, direttore Uoc Neuropsichiatria del Gaslini – Spesso non vengono riconosciute come crisi epilettiche, ma interpretate come disturbi di natura psichico-comportamentale. Questa forma di epilessia può esordire molto precocemente, nei primi mesi di vita”.
“Le crisi nel tempo diventano più severe e possono essere associate a perdita di coscienza, cadute, scosse agli arti”, evidenzia lo specialista. Oltre all’epilessia, l’amartoma ipotalamico può associarsi ad aggressività, pubertà precoce, disturbi ormonali. L’intervento chirurgico è il trattamento che può garantire la libertà da crisi e va eseguito il più precocemente possibile – precisa Nobili – per evitare sia il peggioramento dell’epilessia sia la possibilità che nel tempo altre regioni del cervello ‘imparino’ a produrre crisi epilettiche autonomamente”.
I due bimbi protagonisti dell’intervento “assolutamente innovativo in Italia per la patologia – prosegue Armando Cama, direttore Uoc Neurochirurgia del Gaslini – presentavano crisi epilettiche gelastiche pluriquotidiane. Gli interventi si sono svolti mercoledì 22 luglio, senza complicanze chirurgiche. I pazienti sono in condizioni cliniche molto soddisfacenti, e anche se per un completo risultato epilettologico sarà necessario attendere 12 mesi, è possibile già registrare un decorso clinico post-operatorio precoce libero da crisi, che in ogni caso rappresenta un elemento prognostico molto incoraggiante”.
“Siamo orgogliosi di questa nuova possibilità che il nostro Gaslini è in grado di offrire ai piccoli pazienti di tutta Italia, che possono così trovare una risposta di elevata professionalità, tecnologicamente all’avanguardia nel panorama nazionale”, commenta Sonia Viale, vicepresidente e assessore alla Salute della Regione Liguria, intervenuta alla presentazione della metodica che va a inserirsi nel programma clinico-scientifico interdisciplinare del Gaslini sul trattamento neurochirurgico dei bambini affetti epilessia farmacoresistente. Attivato dall’Uoc Neurochirurgia pediatrica, coinvolge da alcuni anni professionisti di diverse discipline, con il compito di valutare e selezionare i pazienti candidati alla cosiddetta chirurgia dell’epilessia.
Le patologie più spesso all’origine di epilessia farmacoresistente in età pediatrica sono malformazioni dello sviluppo corticale (per esempio displasie corticali focali ed emimegalencefalie) e tumori della corteccia cerebrale a basso grado di aggressività (ad esempio tumori glioneuronali). “Le tecniche più frequentemente utilizzate nella chirurgia dell’epilessia” che non reagisce al trattamento farmacologico “sono procedure di resezione corticale e di disconnessione delle zone epilettogene, che sono le aree cerebrali responsabili della genesi elettrica delle crisi epilettiche – ricorda Alessandro Consales, neurochirurgo del Gaslini specializzato in chirurgia dell’epilessia – Esistono anche, laddove non siano indicate procedure chirurgiche, delle terapie cosiddette ‘palliative’ (che si pongono cioè l’obiettivo di una buona riduzione della frequenza e/o della intensità delle crisi epilettiche), tra le quali la più diffusa è la stimolazione del nervo vago (Vns)”.
“Con queste metodiche – conclude il medico – sono stati trattati ad oggi circa 100 pazienti, con una percentuale di successo (libertà dalle crisi epilettiche) intorno all’80%”.

(Adnkronos)

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