CON LA “FASE DUE” TORNA IL TRAFFICO: Mal’aria Veneto 2020

Ieri Legambiente ha presentato il Dossier Mal’aria Veneto 2020 che, tra le altre cose, ha fatto il punto sulla relazione tra Covid e particolato. E’ noto che i più minacciati dal Covid-19  sono coloro che hanno una o più patologie pregresse. E nella Pianura Padana molte di queste sono associabili all’inquinamento atmosferico. La cattiva qualità dell’aria che respiriamo può essere un importante fattore predisponente all’aggressione del Coronavirus.

“Il combinato-disposto  tra i fattori predisponenti  e i dati  sull’inquinamento diffusi ieri – dichiara Lucio Passi, responsabile politiche antismog di Legambiente Padova – riportano in primo piano l’urgenza, da parte dell’Amministrazione Comunale, di mettere subito mano alla mobilità. Ma più che un manifesto di intenti il Comune non ha fatto.

“Per essere chiari- continua Passi- da quando la “fase due” è iniziata – il traffico ha ripreso vigore, tant’è che Padova già registra cinque superamenti del limite di legge per l’ozono. Ma la vera novità emersa da Mal’aria è questa: grazie alla fitta collaborazione tra Legambiente e Arpav, nel dossier  è spiegato chiaramente quanto le diverse fonti di emissioni pesino sul dato totale del Pm10, accorpando finalmente le componenti Primaria e Secondaria e quella di origine naturale, che lo compongono e che insieme costituiscono il dato globale del pm10 emesso.
Ebbene nell’agglomerato di Padova (Capoluogo e Comuni contermini) il traffico risulta la fonte emissiva di gran lunga preponderante. Dal traffico proviene il 44% delle emissioni globali di Pm10, contro il 25% del riscaldamento, il 14% dell’industria, il 9% dell’agricoltura. Con buona pace delle frange più estreme (ma non solo) del mondo del commercianti che da mesi e mesi distribuiscono a piene mani solo disinformazione, tentando di far credere che il riscaldamento fosse la fonte principale”.

 Ed è qui che entra in ballo il Comune. “ È noto  – spiega Passi – che i mezzi pubblici trasportano meno passeggeri per rispettare il distanziamento sociale e quindi, con l’ulteriore apertura della Attività economiche, che si profila a breve, si rischia l’alluvione automobilistica ed un ulteriore drammatica crescita dello smog. Per questo Legambiente invita l’Amministrazione a riorganizzare gli spostamenti urbani: per evitare che l’auto sia vista come l’unica soluzione per proteggersi dal virus. Serve riorganizzare la mobilità: da subito con gli interventi più semplici (favorire le bici e diffondere la micro mobilità elettrica), poi sul breve e medio periodo con quelli via via più complessi, mettendo mano, se necessario, anche al Pums (Piano urbano mobilità sostenibile).

“Ma l’Amministrazione è al palo” – attacca Passi. “ Il 2 maggio ha prodotto un  manifesto di intenti,  che a parole sembra prendere atto del rischio della citata alluvione. Me alle parole non seguono i fatti, mentre molte città europee e italiane, come Bologna e Milano, si stanno muovendo, o come Clermont Ferrand che già lavora alacremente alla la realizzazione di nuove piste ciclabili provvisorie.

“Padova, insomma, è  ferma alle pie intenzioni, alcune belle, per carità.  Vediamole:, sono  nel citato documento del Comune nel capitolo La città che si muove: <<Promuovere l’utilizzo della bicicletta e della micro mobilità elettrica e potenziare il bike sharing. Promuovere campagne di donazione di biciclette inutilizzate  a chi ne ha bisogno. Intervenire sul progetto di Bicipolitana: realizzare immediatamente la segnaletica e realizzare e ove possibile ciclabili light. Introdurre il doppio senso di marcia nelle vie della ZTL per le biciclette e monopattini. Realizzare corsie preferenziali per il trasporto pubblico per aumentare la velocità commerciale e la frequenza degli autobus. Accelerare la creazione delle zone 30 km/h con l’impedimento degli attraversamenti veicolari nelle aree residenziali>>. Per altro – sottolinea Passi – queste sono tutte proposte da tempo avanzate da Legambiente, anche se ovviamente nel documento comunale ce sono altre. Anzi, il recupero di bici usate, la loro sistemazione e donazione  da anni Legambiente lo fa già per conto suo, in collaborazione con altre associazioni.

 “Ma, c’è un grossissimo ma! Queste belle idee sono scritte –se mi passate il termine gergale- sul ghiaccio! Infatti questi progetti non sono minimamente corroborati. 1) Mancano precise scadenze temporali per la loro realizzazione. 2) Non è chiaro la portata delle realizzazioni, ad esempio il progetto della bicipolitana prevede venti linee, quante e quando saranno realizzate per prime? 3) Risorse economiche. Non è chiaro su quali progetti si investirà subito. E su quali invece si investirà in un secondo momento e così via…”

“Insomma – conclude Passi – serve subito un serio e dettagliato cronoprogramma inserito in ufficiali atti amministrativi. Altrimenti siamo in presenza di belle parole inutili, e in questo grave situazione non è proprio il momento di fare melina. Di buone intenzioni è lastricato l’inferno”.

(Legambiente Padova)