Inconscio e logorio mentale: l’analogista al servizio della gestione di stress e autostima

Intervista a Emanuele Zanella, analogista e mental coach

La quarantena nazionale ha svuotato le strade, fatto chiudere uffici e aziende e gettato inevitabilmente nello sconforto moltissimi di noi.

Oggi più che mai stiamo vivendo un periodo di forte stress, unito a paura e rabbia con conseguente blocco emotivo nel raggiungere gli obiettivi personali e lavorativi. Lo stress, infatti, insieme alla cattiva gestione delle emozioni, può condizionare negativamente il pensiero umano producendo comportamenti che anziché condurre verso l’appagamento minano pesantemente la nostra qualità di vita. A tutto ciò va unito inoltre il momento di crisi economica e le difficoltà nel trovare un’occupazione che possa garantire, a giovani e meno giovani, una dignitosa forma di mantenimento. Una lunga ma doverosa premessa per introdurre una figura professionale particolare nel panorama italiano che può però aiutare molte persone a risolvere i problemi legati alla sfera psicofisica.

Abbiamo intervistato telefonicamente il padovano Emanuele Zanella, ex pugile agonista, oggi analogista e mental coach.

Buongiorno Emanuele, puoi presentarti a chi non ti conosce?

Sono un analogista e mental coach esperto di sport da combattimento e gestione dello stress, insegno ad allenare la mente e il corpo grazie all’uso di strategie specifiche, destrutturando le neuro-associazioni negative e i condizionamenti che spesso bloccano e limitano le prestazioni psicofisiche.

Spiegaci chi è un analogista e cosa fa rispetto ad uno psicologo.

Come analogista, ossia professionista delle discipline analogiche, agisco sulle cause e non sul sintomo, trasferisco specifiche conoscenze e mi pongo come traduttore della parte emotiva ed istintuale di chi mi chiede consulenza. Le discipline analogiche sono frutto delle scoperte di Stefano Benemeglio, psicologo e ricercatore esperto sulle dinamiche legate al comportamento umano. Seguo principalmente atleti dilettanti e professionisti dello sport da combattimento coniugando varie discipline diverse tra loro come l’ipnosi benemegliana, la comunicazione analogica, tecniche di respiro rigenerativo per aumentare le performance, sviluppo dello stato di flow e potenziamento mentale ed emotivo.

In cosa consiste il Metodo Flow da te inventato e codificato?

Il Metodo Flow, frutto di 15 anni di ricerca, è l’unione di diverse discipline differenti tra loro che creano un modello unico per lo sviluppo umano: aumentando immediatamente la potenza e la resistenza, permette di gestire le emozioni in pochi secondi perché lavora sul condizionamento forzato psicofisico che mette in equilibrio corpo e mente. Il Metodo Flow è un protocollo completo di meccanica umana ma anche un mind set basato sulla filosofia analogica applicabile con qualsiasi soggetto e nei più svariati contesti, ad esempio nella comunicazione interpersonale tra colleghi, durante colloqui o esami in cui si hanno vuoti di memoria, stati di agitazione e sudorazione incontrollata. Lo stato di flow, ovvero “stato di flusso di coscienza”, consiste nel raggiungimento di uno stato mentale e di un livello ottimale di attivazione psico-fisiologica, utile ad esprimere il massimo delle proprie capacità tecniche e fisiche per raggiungere l’obiettivo in modo fluido, utilizzando la forza dell’ istinto che ognuno di noi possiede. La mente e il corpo sono un tutt’uno e danno il massimo usando al meglio la nostra parte inconscia, il tutto andando a lavorare sull’atteggiamento della persona, i suoi schemi di pensiero e la condizione psicofisica.

Si parla molto di mindfullness, ovvero consapevolezza si sé. Come raggiungerla?

Mindfulness, o presenza mentale, significa essere presenti nel “qui ed ora”, essere immersi in quello che si fa senza farsi trascinare dal flusso di pensieri negativi. L’unica cosa di cui possiamo avere controllo sono i pensieri, ma se non gestiamo nemmeno quelli, chi lo può fare? Dove ci portano? Molti pensano che basti “pensare positivo” per superare un blocco mentale o avere successo, ma questo dal mio punto di vista è falso e ingannevole, in più c’è da tenere presente che ognuno di noi è formato da una parte razionale e una emotiva, che pensano, ragionano e processano in modo completamente differente l’una dall’altra, per cui può bastare anche un solo pensiero negativo per rovinare la performance finale. Dobbiamo tenere bene in mente che ogni cambiamento è repentino e quindi possiamo invertire con estrema facilità lo stato delle nostre emozioni focalizzandoci non sull’assenza mentale ma sulla presenza mentale delle cose. Mi spiego meglio. Se una persona è arrabbiata, come in questo periodo di quarantena, si focalizza inevitabilmente sull’emozione negativa, e quando avviene questo si entra nel cosiddetto “tempo morto” in cui troviamo il ritmo fisiologico che continua ad andare avanti ma la mente resta ferma a rimuginare sempre la stessa cosa. Si spreca in questo modo moltissima energia senza produrre nulla di utile, ma solamente spazzatura emotiva che va a condizionare il proprio atteggiamento.

Entriamo nel concreto. Come possiamo sbloccare il nostro cervello da pensieri negativi che ci inchiodano e non ci permettono di andare avanti?

Possiamo velocemente invertire emozioni negative quali rabbia e paura sbloccando il nostro cervello con piccole azioni pratiche. Se noi iniziamo a dire a voce alta il nostro dialogo interno che ha un flusso molte volte più veloce della nostra voce, riusciamo inevitabilmente a calmarci perché ne rallentiamo la portata e anche l’intensità, rendendoci conto che la nostra mente stava ingigantendo il problema; ma anche azioni come comprimere la lingua sulle labbra o staccandola dal palato per frenarne le micro vibrazioni o mettersi a fischiare per il rilascio di endorfine portano a stati di benessere psicofisico molto importanti. In questo caso è utile evitare di dare retta alle resistenze mentali giudicanti perché boicottano il risultato; utile imparare a lasciarsi andare e pensare come un bambino e finire con un bel sorriso.

Che suggerimenti dai ai lettori per cercare di vivere nel migliore dei modi questo periodo di quarantena forzata?

Nelle sessioni di coaching e video uso sempre la metafora del fighter: consiglio di vedere questo momento come l’allenamento al grande match, quindi sopportare la preparazione con dedizione e impegno per arrivare al match pronti per saper incassare. Il vero match non è ora che siamo a casa tranquilli, ma quando usciremo e ritorneremo a riprendere la vita di prima, che purtroppo avrà delle conseguenze. Questo richiederà in noi delle doti importanti quali elasticità mentale, gestione delle emozioni e una mentalità vincente forte per riuscire a gestire la nuova situazione.
Tutti in questi giorni ci sentiamo molto meno liberi di fare quello che desideriamo ma sappiamo che è giusto così, è giusto rispettare le regole per arrivare il prima possibile a tornare a fare quello che amiamo con ancora più gioia e serenità. Si utilizza spesso la frase “si stava meglio quando si stava peggio”; ecco, adesso che stiamo peggio è il momento di usufruire di questa situazione, utilizziamo questo “tempo morto” per fare autodisciplina mentale, coltivare la nostra mente prendendoci cura di noi stessi evitando condizionamenti sterili. Il vero rischio è quello, passare il tempo ad atrofizzare il cervello e pretendere di essere pronti alla battaglia senza allenarsi. La costrizione dello “stare a casa” non la può cambiare nessuno, ma tutti possono cambiare il “come” passare questo periodo. Diamo al cervello degli input positivi – leggiamo, facciamo attività manuali, ascoltiamo musica – per invertire lo stato di malessere interiore, fortifichiamo la nostra parte razionale evitando di affliggerci avendo un dialogo interno solamente negativo. Occupiamo al meglio il tempo che ci è stato concesso, ogni occasione negativa può diventare un’opportunità, soprattutto perché dopo questo lungo periodo avremo tutti le ossa rotte a livello economico ed emotivo e abbiamo bisogno di allenare la mente e il carattere.

Emanuele Zanella è reperibile per attività di coaching e consulenze direttamente sulla piattaforma skype.

Redazione padovanews.it – Arianna Babetto

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