SI ALLA DIFESA DEL CATAJO, NO AL CENTRO COMMERCIALE

Comunicato del 19.01.2019

In questi giorni è stato depositato l’intervento nel ricorso avanzato dalle società Deda e Devar Claims contro il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per l’annullamento del vincolo paesaggistico sull’area del Catajo. 

L’intervento nel ricorso è promosso congiuntamente dalle associazioni Comitato popolare “lasciateci respirare”, Confesercenti Padova, Ascom Padova, Confagricoltura Padova, Cia Padova, Legambiente e Italia Nostra e con il sostegno del Comitato La nostra Terra e del Coordinamento delle Associazioni ambientaliste Parco Colli.

 
Alla conferenza erano presenti i rappresentanti delle Associazioni e l’Avvocato Davide Furlan che ha curato la stesura dell’intervento. Sono state illustrate le motivazioni giuridiche di questa iniziativa e rilanciate le motivazioni che spingono le realtà associative del territorio a contrastare un’opera dannosa per tutta l’area della bassa padovana. 

Come si ricorderà, la vicenda annosa del progettato centro commerciale  di Due Carrare ha avuto una positiva svolta a dicembre 2017 con l’imposizione del vincolo indiretto a tutela del Catajo, da parte dalla Soprintendenza territorialmente competente, su tutta l’area intorno al bene monumentale, provvedimento confermato il 18 aprile 2018. Nell’area dove era previsto il centro commerciale, secondo le disposizioni ministeriali, non è possibile fare nuove edificazioni. Come c’era da aspettarsi, la proprietà ha presentato ricorso contro tale provvedimento, ricorso che verrà discusso al TAR Veneto il prossimo 28 febbraio.
Si tratta di un passaggio delicato e potenzialmente decisivo, per questo come associazioni portatrici di interesse, per continuità con le posizioni e le azioni svolte finora a contrasto di un progetto nefasto, abbiamo ritenuto di intervenire a sostegno del provvedimento ministeriale che, indirettamente, comporta l’azzeramento dell’ipercentro.

Non si tratta solo di decidere sulla nascita o meno di un centro commerciale, ma più in generale se l’interesse pubblico debba (e possa) prevalere su interessi particolari. In questo senso il provvedimento emesso dalla Soprintendenza è stato di grande portata e diventa importante fare il possibile per scongiurare un ribaltamento giudiziale.

L’iper previsto sarebbe un danno irreversibile per il territorio, sia in termini di salute e di qualità della vita, sia per l’economia di tutta la bassa padovana. Si andrebbe a cementificare pesantemente un’area fragile dal punto di vista idrogeologico con una struttura di 433 mila metri cubi (nel suo complesso potrebbe ospitare comodamente tutta la popolazione del vicino paese di Battaglia Terme), a cui si aggiunge un parcheggio multipiano, parcheggi in piano e strade di servizio; il traffico indotto dalla struttura sarebbe enorme, è lo stesso costruttore che preventiva 8 milioni di visitatori l’anno, che si traduce in un volume di traffico di 10/12 mila auto al giorno di media, con punte molto più elevate nelle festività. Le associazioni di categoria hanno quantificato una perdita di 60 milioni di fatturato annuo per i negozi del territorio, guadagni che andrebbero a quel punto nelle tasche delle multinazionali.
Quello che auspichiamo è che invece si promuova uno sviluppo radicato nel territorio, che ne valorizzi le peculiarità e le eccellenze, che sono davvero tante e non devono venire sepolte da mastodonti di cemento.


Sentenze del 10/04/2019 

  

Siamo lieti di comunicare che il Tar Veneto ha respinto i ricorsi proposti dalle Società Deda e Devar contro il vincolo indiretto apposto dalla Soprintendenza a tutela del Castello del Catajo.

 
Qui le Sentenze: ricorso Devarricorso Deda

 

(Legambiente Padova)