Storia: univr, scoperta nuova lettera di dante alighieri (3)

(AdnKronos) – “E infine, ma si potrebbe continuare, nella lettera di Cangrande, i malvagi responsabili delle discordie imperiali vengono definiti ‘vasa scelerum’, sintagma che non ha sostanziale riscontro nella latinita medievale indicizzata ma che non puo non richiamare il ‘vasel d’ogni froda’ affibbiato a frate Gomita in Inferno XXII. Certo, nessun filologo ignora che le Variae di Cassiodoro erano testo molto diffuso nel Medioevo. Certo, la consistenza dei richiami intertestuali dovra accompagnarsi a capillari verifiche sulle concordanze dantesche e sui piu ampi corpora della latinita medievale; controlli doverosi andranno compiuti sul ritmo della prosa; soprattutto occorrera procurare una nuova edizione della lettera riesaminando il manoscritto. ? materia che dara lavoro nei prossimi mesi. Ma a mio avviso tutto cio non fara altro che confermare quanto appare chiaro sin da questi primi assaggi: dovendo scrivere una lettera delicatissima all’imperatore Enrico VII, il suo vicario Cangrande della Scala si affido alla penna di Dante Alighieri, l’unico che in quel momento a Verona poteva produrre uno stile tanto elevato”.

Dante a Verona. Il recupero della lettera produce, inoltre, una serie di conseguenze rilevanti sul piano biografico, dimostrando che Dante abbia soggiornato a Verona per un lungo periodo, dal 1312 al 1320. “Cadono in un colpo solo le ipotesi – formulate forse un po’ troppo frettolosamente – che tra 1312 e il 1316 volevano Dante a Pisa o in Lunigiana, o addirittura lo immaginavano negli attendamenti imperiali tutto preso dalla stesura della Monarchia. Nell’estate del 1312 Dante si trovava gia a Verona e se la Monarchia fu scritta a quest’epoca, fu scritta sotto l’occhio vigile di Cangrande. Andra riesaminato il profilo culturale dello stesso Cangrande – prosegue Pellegrini, -eccessivamente appiattito, negli interventi piu recenti, su una prospettiva che ne valorizza soprattutto i risvolti amministrativi e militari, a scapito forse di altri aspetti ugualmente importanti.”.

“Acquistano nuovo rilievo le affermazioni dell’umanista Leonardo Bruni, l’ultimo ad avere maneggiato autografi di Dante: nella biografia del poeta, Bruni affermava chiaramente che Dante non si trovava in Toscana allorche Enrico VII preparo l’assedio di Firenze, nel settembre 1312; di piu, citava di prima mano lettere di Dante spedite da Verona e c’e da chiedersi da dove traesse tale l’indicazione se non proprio dalle lettere medesime. E poiche nel gennaio del 1320 Dante era a Verona per pronunziarvi la Questio de aqua et terra, ci sara da chiedersi se il soggiorno non durasse proprio da quel lontano 1312, il che spiegherebbe l’altissimo elogio riservato a Cangrande nel Paradiso, l’encomio piu nobile dedicato dal poeta a un vivente. Insomma, un capitolo intero della biografia dantesca avra bisogno di una robusta riscrittura”, conclude.

(Adnkronos)