CONSUMO DI SUOLO AD OLTRANZA . A PADOVA LA MAGLIA NERA DEL VENETO

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CONSUMO DI SUOLO AD OLTRANZA
A PADOVA LA MAGLIA NERA DEL VENETO

18/07/2018
Legambiente “Rigenerazione e parco AgroPaesaggistico per lo sviluppo sostenibile”

E’ un consumo di suolo ad oltranza quello che in Italia continua ad aumentare anche nel 2017, nonostante la crisi economica. Lo certifica l’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, nel suo rapporto annuale in cui evidenzia come il rallentamento della velocità del consumo di suolo, iniziato una decina di anni fa, sia nella fase terminale e che si assista ora a una prima inversione di tendenza con una ripresa del ritmo di copertura irreversibile di aree naturali e agricole con asfalto e cemento, edifici e fabbricati, insediamenti commerciali, produttivi e di servizio, anche attraverso l’espansione di aree urbane, spesso a bassa densità.

“La copertura del suolo raggiunta nel 2017 è del 7% a livello nazionale, sale al 12% in Veneto, al 19% in Provincia di Padova e addirittura al 49% nel Comune di Padova. Davvero un triste primato per il nostro territorio” commenta Sandro Ginestri di Legambiente Padova. “Il Comune e la Provincia di Padova sono quelli con la più alta percentuale di suolo consumato del Veneto, che a sua volta è la seconda regione più cementificata d’Italia e quella che ha registrato l’incremento maggiore di consumo tra il 2016 e il 2017.”
Legambiente ricorda come le alte percentuali di territorio consumato e l’urbanizzazione diffusa che caratterizza negativamente Padova a livello nazionale, abbiano come principali conseguenze la frammentazione degli habitat naturali, la perdita di terreni agricoli, nonché l’aumento del rischio di inondazioni dovuto alle superfici impermeabili e l’aumento delle isole di calore.

“Il freno alla cementificazione previsto con la nuova legge regionale è dunque più che mai necessario e, nonostante le sue lacune, può trasformarsi in un’opportunità di rilancio dello sviluppo sostenibile” osserva Ginestri. “Pensiamo alla rigenerazione degli edifici esistenti, a partire dai grandi complessi come le ex caserme fino ad arrivare alle migliaia di appartamenti sfitti che marciscono nelle nostre città. O ancora alla valorizzazione di quel che resta della rete ecologica per cui, assieme ad altre 40 sigle cittadine, abbiamo lanciato un appello per una radicale revisione della pianificazione urbanistica che abbia tra i suoi obbiettivi la formazione del Parco AgroPaesaggistico Metropolitano che faccia leva sulla ricchezza e la bellezza delle risorse agricole, paesaggistiche e culturali del territorio.”

Categoria: comunicati stampa | urbanistica

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