POPOLARI VENETE, PRESIDENTE REGIONE: “COS’È SUCCESSO IN UNA SETTIMANA PER PASSARE DA UNA RICAPITALIZZAZIONE PRECAUZIONALE ALLA VENDITA DI DUE BANCHE A UN EURO?”

(AVN) Venezia, 24 giugno 2017

“Visto che ormai siamo a bocce ferme, qualche considerazione sull’operazione Banca Intesa/Popolari venete occorre pur farla. E credo che abbiamo diritto a delle risposte. Cos’è successo in appena una settimana per passare da una ricapitalizzazione precauzionale da 1,2 miliardi alla vendita di due banche a un euro? Quale posizione il Governo ha tenuto in Europa? È la Ue che decide per noi o gli italiani hanno ancora qualche diritto di decidere sulla loro economia? Esiste ancora una sovranità o nelle trattative abbiamo abdicato a tutto? Quando il Presidente del Consiglio dice che non si fanno fallire due banche per un miliardo di euro, è altrettanto corretto sostenere che non le si svende per un euro? Il passivo delle banche e dei crediti deteriorati è definito oppure dobbiamo attenderci altre sorprese?”.

Sono le domande che il Presidente della Regione rivolge al Governo e al Ministro dell’Economia mentre si parla di un decreto legge in arrivo per la liquidazione delle due ex Popolari venete, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.

“I veneti in questi mesi non si sono distratti. Siamo un popolo che ha memoria lunga – riprende il Governatore del Veneto facendo il punto su quanto accaduto finora -. Fino a poche ore fa, eravamo fermi alla richiesta del Governo di identificare imprese con mezzi sufficienti a garantire una ricapitalizzazione precauzionale pari a 1,2 miliardi di euro. Ovvio che si sia registrata l’impossibilità di trovare qualcuno che ci mettesse anche soltanto un euro. Quindi, a sorpresa, esce dal cappello una soluzione: vendere le due banche, col Governo che si accolla una marea di miliardi in una bad bank per consegnare i due istituti ripuliti a Banca Intesa, che ha svolto ottimamente il suo mestiere, anche perché non ha certo come statuto quello di fare beneficenza in Veneto. Onore al merito al dott. Messina che si porta a casa il credito delle zone più sviluppate del Paese, nel momento della ripresa. Quattro in pagella invece al Governo”.

“Se questa prospettiva fosse stata illustrata agli imprenditori in altri tempi, oso pensare che probabilmente offerte sul territorio se ne sarebbero trovate – aggiunge il Presidente -. Penso per esempio alla nostra Finanziaria regionale, Veneto Sviluppo, cui è sempre stato chiesto di trovare capitali sul mercato, ma non di acquistare due banche a un euro. Due condizioni un po’ diverse, lo si ammetterà… Tocca insomma prendere definitivamente atto che l’Italia non conta nulla in Europa, che la Ue e i Paesi forti decidono per noi, che le banche di credito cooperativo non vanno bene ma va bene un’altra banca, e via di questo passo… Si è perso insomma un sacco di tempo utile, ora siamo ai supplementari e di fronte a un pasticcio complicato e costosissimo”.

“Vorremmo tuttavia capire dal Ministro dell’Economia – prosegue il Presidente –, che dovrebbe anche spiegarci come si è passati dalla ricerca di imprenditori all’acquisto a un euro di due banche, se c’è qualcos’altro che il sottoscritto e i veneti dovrebbero sapere. Più di un anno fa, il 5 dicembre 2015, scrissi una lettera al Presidente Renzi, a Padoan, a Visco e a Draghi in cui chiedevo garanzie pubbliche per il salvataggio delle banche. Molti sorrisero allora. Ora non sorrideranno più, spero, constatando nei fatti che se si fosse intervenuti allora, con gli strumenti che ci permettevamo di suggerire al Governo, la storia avrebbe preso una piega completamente diversa. Lo Stato spenderà il doppio di quanto avrebbe impegnato se il soccorso fosse stato tempestivo, si sono persi mesi preziosi lasciando che i correntisti fuggissero a gambe levate, Atlante non è riuscita a ripristinare quella fiducia che sicuramente un intervento pubblico avrebbe ridato ai risparmiatori, quell’intervento che non è stato negato in altri salvataggi. Nel frattempo la Germania e gli altri Paesi hanno salvato le loro banche a modo loro, con interventi e garanzie pubbliche, mentre il Governo era incapace anche soltanto di destare l’attenzione di Bruxelles. Non è cattiveria, ma vogliamo esaminare i comportamenti e l’efficacia delle nostre delegazioni che salgono a Bruxelles? Non ci sarà per caso qualcuno che è più realista del re?”.

“Ma quel che mi preme sottolineare – conclude il Governatore – è che alla fine il conto lo pagano i veneti, che vedono sparire due banche dal territorio, pur malmesse, pur fallite, e assistono sgomenti a una vicenda che passerà alla storia come la peggiore soluzione che si potesse dare a questa drammatica vicenda”.

(Regione Veneto)

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