Le Mura sono un monumento. Ecco perchè bisogna smantellare impianti sportivi degradati

(Comitato Mura di Padova)

Nei giorni scorsi sulla recinzione e sulla cortina muraria dell’ex bocciofila e degli ex campi sportivi del Green Club lungo via Bronzetti sono apparsi due striscioni per chiedere il ripristino di queste attività.

Accade a seguito della denuncia da parte della stampa locale del degrado di quei luoghi.

Si tratta di un degrado innegabile, ma un ragionamento da fare sul futuro di quelle aree deve tenere conto del loro valore storico, del contesto in cui si trovano e delle loro potenzialità di trasformazione. La zona in cui si svolgevano queste iniziative non è un semplice vuoto urbano, che si possa riempire con una funzione qualsiasi: si tratta dello spazio della fossa delle mura cinquecentesche che va da porta Savonarola al torrione Impossibile.

La fossa è stata storicamente un’ampia fascia mantenuta a prato libero, che correva attorno alle mura, tenuta ribassata rispetto al livello esterno delle vie di circonvallazione e che poteva essere allagata in caso di necessità militare. Un anello verde che abbracciava tutta la città e che nei centri che lo hanno saputo mantenere o recuperare, come Lucca e Ferrara, costituisce un’area di straordinario valore ambientale e monumentale. È un elemento che a Padova si era mantenuto quasi intatto fino all’inizio del Novecento, per poi essere progressivamente smembrato e occupato in vari modi: oggi infatti si conserva solo in pochi tratti delle mura padovane.

L’area è dunque una parte essenziale del complesso di opere che costituiscono le mura di Padova, che va recuperata il più possibile nei suoi connotati di ampiezza e conformazione.

La richiesta legittima di strutture ricreative e sportive adeguate e curate deve trovare risposta in spazi più idonei e diversi da quelli in questione: le attuali prescrizioni urbanistiche li assegnano infatti già ad area di rispetto del fronte bastionato. Inoltre l’ammasso di reti e pali attualmente presente non consente di fruire visivamente del monumento e tantomeno di illuminarlo, come dovrebbe essere secondo il futuro progetto per la valorizzazione notturna della cinta fortificata.

Per questo lo smantellamento, già iniziato, delle strutture oggi fatiscenti deve proseguire. Si completerebbe così la prima fase dei lavori che ha liberato, la scorsa primavera, le zone più prossime al canale che scorre ai piedi delle mura, consentendo, finalmente, al Consorzio Bacchiglione di operare la manutenzione del corso d’acqua.

La recente rimozione dei teli lungo la rete di via Bronzetti permette a chiunque passi di lì oggi di accorgersi che, dietro alle strutture in disuso, si trova un esteso tratto di cortina muraria cinquecentesca, che finora non era possibile vedere. Una volta liberata tutta la zona, Padova guadagnerebbe una grande superficie verde e si riapproprierebbe di un lungo tratto del suo fronte bastionato, realizzando così un tassello del Parco delle Mura.

Comitato Mura di Padova

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