Riparte il PM10 mentre l’amministrazione rimane immobile

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16 giorni di pioggia in ottobre hanno tenuta l’aria di Padova sgombra dal Pm10 per quasi tutto il mese. Ma ora le temute polveri sottili si riaffacciano con nuovi picchi giornalieri.

Il 29 ottobre hanno fatto registrare 66 microgrammi per metro cubo d’aria e il primo novembre 67, quando il limite giornaliero è di 50 microgrammi da non superarsi per più di 35 giorni l’anno.

Siamo così, dall’inizio dell’anno,  a 40 superamenti del limite giornaliero, destinati ad aumentare nei prossimi mesi vista la stagione potenzialmente favorevole all’accumulo delle polveri sottili.

L’Amministrazione Comunale ha in cantiere dall’8 novembre, solo le blande, inefficaci temporanee limitazioni del traffico degli scorsi anni di cui nessuno si accorge e che non fa rispettare. Non è così che si combatte strutturalmente l’inquinamento: bisogna mettere le briglie al traffico veicolare, principale fonte di emissioni dello smog in città.

Due i dati a sostegno di questa tesi. Il primo: tra Ozono e Pm10 sono già 80 i giorni d’aria fuorilegge dall’inizio dell’anno. Il secondo: da quando l’Arpav fornisce dati sui superamenti dei limiti di legge giornalieri (dal 2001 per il PM10 e dal 2004 l’Ozono) il Pm10 l’ha superato la soglia annuale per 16 anni consecutivi e l’ozono consecutivamente per 13: è evidente che bisogna fare molto di più.

La cementificazione diffusa come in zona Iris e le grandi inutili opere come lo stadio al plebiscito per di più senza un’adeguata pianificazione della mobilità alternativa all’auto, aumenteranno ancor più traffico e smog conseguente. Certo non aiuta via san Francesco ancora aperta al traffico o la prevista futura area verde in piazza Boschetti completamente senza alberi….

A Padova bisognerebbe diminuire di almeno un quarto gli spostamenti di auto e furgoni.

Un modo per farlo sarebbe quello di intervenire per favorire il trasporto pubblico utilizzando metà dei 12 milioni annui provenienti delle multe degli autovelox, per implementare il servizio.

Legambiente lo chiede da tempo: con quella cifra si pagherebbero circa due milioni di chilometri di corse in più, con una crescita del servizio del 33%.

Un altro è quello di istituire zone 30 (aree con questo limite massimo di velocità) dove quindi sarebbe possibile la a ciclabilità diffusa (ovvero bidirezionale anche nei sensi unici, grazie ad apposita segnaletica) in tutti i quartieri.

Lucio Passi, portavoce Legambiente Padova

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