Dall’Emdr un aiuto per superare i traumi

Basato sulla stimolazione bilaterale alternata dei movimenti oculari, questo metodo terapeutico si e’ rivelato efficace e rapido nel superamento del disturbo da stress post traumatico. Se ne parla il 7 maggio a Roma, nel convegno “Il trattamento del trauma a San Giuliano di Puglia nel Molise a dieci anni dal terremoto”, organizzato dall’Associazione Emdr Italia, dal Cnr e dall’Universita di Tor Vergata.

L’Emdr (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) e’ un metodo terapeutico specifico di stimolazione bilaterale alternata dei movimenti oculari, che risulta particolarmente rapida ed efficace nella cura e nella prevenzione dei traumi psicologici, agendo sul ricordo di questi ultimi. Di questa tecnica e delle sue potenzialita terapeutiche si parla nel convegno “Il trattamento del trauma a San Giuliano di Puglia nel Molise a dieci anni dal terremoto”, che si svolge a Roma il 7 maggio, presso la sala Gianfranco Imperatori (P.zza Venezia 11), dalle ore 16.30.

All’evento partecipano Isabel Fernandez, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione per l’Emdr Italia, Marco Pagani, dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr) di Roma e Giorgio Di Lorenzo dell’Universita di Roma “Tor Vergata”, le tre strutture scientifiche sono coinvolte infatti una ricerca, in corso dal 2010, che ha come obiettivo l’identificazione delle attivazioni cerebrali specifiche alla base dell’efficacia della terapia Emdr.

Nel corso dell’evento vengono inoltre presentate le testimonianze di alcune persone che hanno vissuto traumi legati ad avvenimenti o a esperienze tragiche: dal terremoto di San Giuliano al naufragio della nave Concordia, dalla violenza carnale al rapimento.

“Dopo un trauma la memoria dell’evento resta ‘congelata’ nelle reti neurali in modo non funzionale, l’informazione non puo’ essere elaborata e continua a provocare patologie come il disturbo da stress post traumatico (Ptsd) e altri disturbi psicologici”, spiega Isabel Fernandez. “I movimenti oculari dell’Emdr, simili a quelli del sonno Rem e quindi del tutto naturali, riattivano la capacita di ‘autoguarigione’ del cervello che trova le risorse per metabolizzare l’evento traumatico. Dopo il lavoro i pazienti ricordano il fatto ma sentono che fa ormai parte del passato”.

L’aspetto piu’ innovativo della ricerca e’ stato studiare quello che accade durante la psicoterapia attraverso il monitoraggio elettroencefalografico (Eeg) dell’intera seduta Emdr. In particolare, sono stati analizzati i segnali elettrici durante la fase ‘chiave’ dell’Emdr, ovvero quella della stimolazione bilaterale (Bilateral Stimulation, Bs) con movimenti oculari, allo scopo di verificare l’affidabilita dei risultati e soprattutto studiare le differenze funzionali tra tipologie di traumi diversi e tra soggetti con traumi psicologici risalenti a periodi diversi.

Marco Pagani dell’Istc-Cnr illustra nel dettaglio lo studio: “I partecipanti alla ricerca sono stati 60: 20 vittime del crollo della scuola di San Giuliano (7 ragazzi e 13 tra genitori e parenti dei ragazzi), le cui attivazioni cerebrali durante la rivisitazione dell’evento traumatico sono state confrontate con quelle di 20 persone con traumi vari (abusi, incidenti, etc.), trattati a Roma, e con quelle di 20 volontari sani privi di sintomi, che hanno focalizzato la terapia sull’evento traumatico di maggior rilievo nella propria vita, fungendo da gruppo di controllo. Utilizzando tracciati elettroencefalografici sono state analizzate la risposta funzionale prima e dopo terapia con Emdr e sono state monitorate in tempo reale le modificazioni neurofisiopatologiche durante le varie sedute. Le registrazioni Eeg sono state effettuate durante l’ascolto della rivisitazione autobiografica del trauma subi’ to e durante l’intera prima sessione di terapia Emdr eseguita nella fase sintomatologica analizzando specificamente i periodi di stimolazione oculare bilaterale nei quali i pazienti guidati dai terapisti rivivono le proprie esperienze traumatiche. Le acquisizioni del segnale Eeg sono state poi ripetute con la stessa modalita sui volontari asintomatici, per mettere a confronto le risposte fisiopatologiche in soggetti con o senza sintomatologia traumatica”.

Promettenti i risultati ottenuti, che stimolano la prosecuzione degli sforzi per svelare i meccanismi fisiopatologici che sottendono a questo trattamento del disturbo post-traumatico da stress. “Al termine della terapia Emdr e’ stato osservato un significativo spostamento delle attivita elettriche dalle aree cerebrali prefrontali e visive (prevalenti durante la prima seduta Emdr) alle regioni temporo-parietali (prevalenti durante l’ultima seduta Emdr)”, conclude Giorgio Di Lorenzo. “Questi risultati suggeriscono che l’elaborazione degli eventi traumatici si muove da aree con valenza emotiva che sviluppano le immagini patologiche del trauma a regioni del cervello con un ruolo di tipo cognitivo e associativo. Il diminuito malessere psicologico cosi’ come la riduzione dei sintomi sono stati correlati inoltre all’aumento della connettivita funzionale tra le regioni limbiche e quelle di integrazione multisensoriale. Questi risultati suggeriscono che, in seguito all’elaborazione di un evento traumatico, aree specifiche del sistema limbico rinforzano le connessioni con la corteccia associativa, dimostrando uno spostamento, dopo la terapia Emdr, delle attivazioni corticali da aree cerebrali a prevalente elaborazione emozionale a quelle a prevalente elaborazione cognitiva”.

Per informazioni: Marco Pagani, Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr, e-mail: [email protected], tel.06/44362370

(Ufficio stampa CNR)

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