“L’oro, le riserve auree”, la Germania, gli Stati Uniti e l’Italia‏

La scorsa settimana la Banca Centrale Tedesca (BundesBank) ha  annunciato la decisione di rimpatriare (entro il 2020) parte della propria riserva aurea che attualmente è depositata all’estero, negli Stati Uniti ed in Francia. La Germania detiene la seconda maggiore riserva aurea del mondo (3396 tonnellate d’orodopo gli Stati Uniti (terza è l’Italia), ma solo il 31% dell’oro tedesco è stivato a Francoforte: il 45% si trova nei forzieri della Fed, il 13% in quelli della Bank of England e l’11% presso la Banque de France.  In particolare il rimpatrio  riguarderà tutto quanto attualmente depositato a Parigi (374 tonnellate) e solo 300 tonnellate di quanto depositato presso la Fed a New York (riducendo la quota negli USA dal 45% al 37%), mentre  non  sarà toccata la riserva londinese. la Fed la Banque de France addebitano costi  ai tedeschi per il deposito del loro oro.

http://www.forbes.com/sites/afontevecchia/2013/01/16/germany-repatriating-gold-from-ny-paris-in-case-of-a-currency-crisis/
Anche se  alla Buba  hanno cercato di minimizzare l'importanza della decisione,  il rimpatrio dell’oro è una chiara indicazione di perdita di fiducia nei confronti delle banche centrali estere ed evidenzia  dubbi  sull'integrità dell'unione monetaria. E’ interessante notare come la Germania non abbia acquistato né venduto oro dal 1973 ed abbia cercato di mantenere le sue riserve auree “il piu’ ad ovest possibile” durante la guerra fredda. Mentre vi è un motivo strettamente finanziario per cui sono stati mantenuti depositi all'estero: quelli a a New York e a Londra sono utilizzati principalmente per operazioni commerciali e per la liquidità. Nel corso degli ultimi anni Venezuela, Libia e Iran hanno rimpatriato  le  loro riserve auree.

La mossa di rientro attuata da Berlino  è la diretta conseguenza del dibattito avviatosi in ottobre, dopo che la Corte dei conti tedesca aveva invitato la banca centrale a monitorare con maggiore attenzione le riserve auree conservate nei depositi all'estero. Ciò aveva contribuito a far avanzare le richieste di  vari parlamentari della Csu e dell'Fdp  affinché i lingotti venissero riportati in Germania (con qualche sospetto sul fatto che il loro numero fosse effettivamente quello dichiarato), corroborate da un’iniziativa popolare per riportare l’oro a casa che aveva raccolto oltre 13mila firme, costringendo così  la Bundesbank ad elaborare il  programma di rientro delle riserve di cui al recente annuncio.

Ma anche altri dubbi si rilevano all’orizzonte. Su tutti, le “congetture” sull’effettiva consistenza delle riserve auree statunitensi: oltre alla gente comune anche i membri del Congresso USA hanno cominciato a chiedersi quanto sia rimasto, dei depositi ufficiali, dell’oro degli Stati Uniti. Nel 2012 su pressione di Mr.Ron Paul – deputato ed ex “aspirante” alla Casa Bianca, critico irriducibile della Federal Reserve – fu presa la decisione di eseguire un audit sul contenuto presente nei depositi aurei. Di tale audit e dell’esito si sa poco o nulla. Assai interessante quanto dettagliato nell’articolo di V. Katasonov che vi invito a leggere:

http://www.informarexresistere.fr/2013/01/02/loro-e-la-fine-del-mondo/#axzz2IUvMp3YP

Per quanto concerne la riserva aurea italiana, questa risulta ufficialmente custodita presso la sede della Banca d’Italia, a Palazzo Koch a Roma. E’ la terza riserva maggiore al mondo, la seconda in Europa (dopo la Germania). Una parte dell’oro è conservato in tre banche estere: negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Svizzera.  I lingotti d’oro possono avere tre forme:

– a forma prismatica

– a forma di parallelepipedo (americano)-

– a forma di panetto (inglese)

I lingotti in media pesano 12,5 kg e vanno da un minimo di 4,5 kg a un massimo di 19,2 kg e la  purezza  in oro di ogni lingotto può variare dal 99,6 % al 99,99 %. Su ogni lingotto c’è un codice e un marchio di provenienza. Assai interessante in tal senso il documentario di Alberto Angela per “Passaggio a Nord Ovest”, da vedere  ed ascoltare:

http://www.youtube.com/watch?v=4u4iSEQOxyk

redazione padovanews – Daniela Turri

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