Lo spread BTP/BUND: considerazioni e proiezioni

Sempre più, oggigiorno, la nostra vita quotidiana è influenzata da termini tecnici ed inglesismi che ai più, suonano come concetti incomprensibili; eppure queste parole, spesso dalle pronunce strane e dai significati misteriosi, sono utili per capire come vanno realmente le cose nel nostro Paese e per cercare di comprenderne le cause. Oggi quindi vorrei parlarvi di titoli di Stato e di spread e per rendere la cosa più facile, pubblicherò anche un paio di grafici.

Il primo grafico evidenzia l’oscillazione dello Spread BTP/BUND da inizio 2012 ad oggi. Balza all’occhio immediatamente l’assoluta lateralità dell’oscillazione che si è svolta tra 550 e 280 punti per ben 12 mesi. Si notino i due massimi in area 540 e due minimi (vicini) in area 278/290. E questa lateralità si è avuta nonostante manovre di austerità varate durante tutto l’anno, interventi in acquisto di BTP da parte della Banca Centrale Europea effettuati a più riprese, il peggioramento della nostra bilancia commerciale, l'aumento del tasso di disoccupazione, lo sforamento dei 2.000 miliardi di euro del debito pubblico.

A metà aprile 2012 lo spread si trovava in area 365punti. Durante una sessione “aperta” all’Università di Padova/Facoltà di Economia (presentiprofessori, studenti, pubblico) la sottoscritta  effettuò una proiezione, indicando che lo spread sarebbe senz’altro salito sino a toccare quantomeno i 500 punti e successivamente sarebbero stati altresi toccati anche i 300 punti in quanto l’analisi del grafico evidenziava come i mesi successivi la fase sarebbe stata comunque laterale  nella fascia 500/300, a dispetto di qualsiasi intervento od azione fiscale ed economica potesse essere attuata sia a livello nazionale che sovranazionale. Tale previsione poi si realizzò, a distanza di parecchi mesi: risalita sino a 545 a giugno/2012 e poi veloce ridiscesa sino a 290 punti toccati velocemente ad inizio dic/2012. Il fatto che si sia realizzata la proiezione conferma che lo spread non è sceso grazie alle politiche finanziarie/fiscali poste in essere da questo Governo, quindi solitamente sale a causa delle varie e “colorite” motivazioni che giornali e TV ci raccontano.

Ed ora, che cosa ci possiamo attendere per i prossimi mesi?  Lo spread risalirà dall’area 300/270 riportandosi innanzitutto a 345 e poi a 400/430 con un innalzamento quindi del rischio Italia e del costo dell'indebitamento.

Il secondo grafico è invece relativo al nostro titolo decennale, il BTP; è infatti da notare l'assoluta lateralità delle oscillazioni che in due anni si sono mosse tra 101/massimi e 78/minimi. In linea con le attese di sviluppo dello spread, possiamo ritenere che i ribassi riporteranno i valori in area 92 e poi a 90/89 almeno.

La parola spread in inglese significa differenza. Pertanto lo spread BTP/BUND altro non è che la differenza tra i loro rendimenti (rendimento del BPT e rendimento dell'omologo titolo decennale tedesco, il BUND).

Esempio: se il rendimento del BTP è del 5% e quello del Bund è del 2%, lo spread è di 300 punti base (5%-2%=3%). Lo spread può aumentare (maggiore è lo spread, tanto più virtuoso è il Paese con rendimenti bassi e maggiormente a rischio quello con rendimenti alti) principalmente per due motivi:

1) ovvero quando il rendimento del BTP sale e quello del Bund resta fermo: è il caso più frequente visto che i titoli di Stato tedeschi sono i più sicuri dell’area euro, e quindi il loro rendimento si muove poco. Se quindi lo spread sale, molto probabilmente è il nostro BTP ad avere aumentato il rendimento (ad esempio dal 5,2 al 5,5%), mentre il Bund resta al 2%. Conseguentemente, più è alto lo spread, maggiori saranno gli interessi sul debito pubblico che lo Stato italiano dovrà pagare;

2)  l'altro caso, più raro, avviene quando il rendimento del BTP resta fermo e quello del Bund scende. Ad esempio, il rendimento del BTP resta fermo al 5%, mentre quello del Bund scende all’1,5% (spread:  350 punti). Questo fenomeno non è, in , pericoloso per il nostro Paese: infatti non implica maggiori oneri sul debito pubblico.

redazione padovanewsDaniela Turri   [email protected]

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