UN ANNO DI GOVERNO MONTI

(Fonte: Uff. Studi IlSole24Ore, 09 nov 2012)

Giunti quasi al termine del 2012, al di di come andranno le cose relativamente alla tenuta o meno dell’attuale Governo (ho smesso di dar credito alla politica da parecchi anni oramai), e al di dei molteplici reclami quasi promozionali e propagandistici da parte dei nostri esponenti governativi concernenti il miglioramento della situazione economica e l’avvicinarsi del nostro Paese all'”uscita dal tunnel…”, mi sembra doveroso fare un’attenta analisi basata su numeri reali e fatti concreti della situazione economica e finanziaria italiana.

Basandomi quindi su un recente studio del Sole24ore, contenente dati ufficiali Istat, Bankitalia, Crif, esaminerò una serie di aggregati economici in modo da trarre un quadro il più imparziale e veritiero possibile, a differenza di ciò che ci racconta la nostra classe politica, i nostri governanti e una buona parte della stampa, poco professionale in materia e/o forse manovrata dalle fonti governative.

La tabella allegata prende in considerazione un orizzonte temporale di un anno di Governo Monti (nov.’11-nov.’12) ovvero dalla data del suo insediamento al periodo attuale, caratterizzato da instabilità politiche all’interno del Parlamento ma sempre sotto l’egida del Professore.

In primis, vorrei porre l’attenzione su alcuni dati di tipo finanziario quali lo spread BTP-Bund, il rendimento dei nostri titoli di Stato decennali (BTP), dei BOT (12 mesi) e CTZ (24 mesi) i quali dimostrano che, nell’arco dell’anno, hanno registrato valori in calo deciso, segno di un netto miglioramento della situazione finanziaria italiana; in definitiva, allo Stato italiano costerà meno indebitarsi.

Ma siamo proprio sicuri che il miglioramento del quadro finanziario italiano sia da attribuirsi in toto all’azione del Governo?; io non direi proprio, infatti la situazione è migliorata non solamente in Italia ma in tutta l’Europa, specialmente nel secondo semestre dell’anno, e lo si può notare dal generale abbassamento degli spread tra i titoli di Stato di quasi tutti i Paesi relativamente a quelli della Germania (Paese leader); anche la notevole riduzione dei prezzi dei CDS Governativi (Credit Default Swap, ovvero strumenti assicurativi che misurano il rischio di default di uno Stato. Più alta è la quotazione del CDS di uno Stato, maggiore è il rischio di default) è andata nella stessa direzione. Si può perciò affermare che la situazione in Europa sembra più rosea oggi che mesi fa, almeno in apparenza.

Secondo il mio punto di vista, però i miglioramenti registrati sono da imputarsi in minima parte all’azione e alle misure adottate dai singoli Governi europei, tra i quali quello italiano, quanto piuttosto alle manovre di politica monetaria effettuate dalla Banca Centrale Europea; pensiamo ai diversi annunci da parte del Governatore Mario Draghi e i due maxi prestiti per un ammontare di oltre 1.000 miliardi di euro al sistema bancario ma soprattutto all’ultima importante decisione di costituzione del Fondo Salva Stati e della conseguente assunzione del ruolo di prestatore di ultima istanza da parte della BCE, come a dire che, in caso di ulteriori scenari negativi e di possibili default statali, la nostra Banca Centrale interverrà a sostegno dei Paesi in difficoltà, evitando contagi a catena.

Appurato ciò, proseguirei all’esamina dell’azione del Governo Monti prendendo in considerazione alcuni aggregati macroeconomici assai importanti, e che probabilmente interessano molto di più alla gente comune, primo tra tutti il tasso di disoccupazione; ebbene, a settembre’12, i senza lavoro in Italia hanno raggiunto il preoccupante livello del 10,8% (a fine novembre è arrivato all’11,1% contro il 9,30% del nov.’11) e le stime per il 2013 sono per il raggiungimento del picco negativo del 13%. Per non parlare poi della disoccupazione giovanile (16-25 anni) che ha toccato il record negativo del 35,4%.

Relativamente al PIL (Prodotto Interno Lordo), questo ha segnato un incremento negativo passando dal -0,51 al -2,56% in un solo anno, attestandosi sui livelli del 2001 (introduzione dell’euro); praticamente la ricchezza del nostro Paese è tornata indietro di oltre 10 anni, e le previsioni per il nuovo anno sono sempre negative (-1%). Possiamo affermare senza mezzi termini che l’Italia è in recessione e ci rimarrà ancora per un bel po‘.

Purtroppo il medesimo discorso vale anche per l’importante dato sulla Produzione Industriale peggiorata del 5,07% su base annua e attestandosi su livelli mai così negativi nel corso degli ultimi 20 anni. L’Italia sta perdendo competitività e posizioni di mercato.

Passiamo quindi al dato sul Debito Pubblico, anche questo peggiorato nell’arco dell’anno; ha infatti toccato il livello storico negativo di 1.975 miliardi di euro!; personalmente mi aspetto il raggiungimento della soglia psicologica di 2.000 miliardi di euro entro la fine dell’anno; si accettano scommesse

Nella stessa direzione va anche la performance del rapporto Deficit/PIL con un altro risultato negativo e peggiorativo nell’arco dell’anno (126,40%). E si è giunti a questi dati drammatici nonostante, dal 2007 (inizio della crisi) ad oggi, gli italiani abbiano subito manovre finanziarie per un ammontare complessivo di oltre 218 miliardi di euro. A quanto pare questa immensa mole di denaro non è riuscita ad equilibrare il deficit dei conti pubblici.

In calo anche i consumi delle famiglie (-3,69%) con una preoccupante contrazione di circa il 50% rispetto all’anno precedente, e le retribuzioni (1,38%). Naturalmente, l’impoverimento della classe media ha portato le famiglie a consumare e a spendere di meno perché si è ridotta la ricchezza disponibile.

E’ assai pesante, ovviamente in senso negativo, anche il tasso di riduzione dei mutui I casa (50% nel 2012) dovuto sia alle minori disponibilità economiche delle famiglie ma anche alle maggiori garanzie richieste dagli Istituti Bancari nelle erogazioni. A conferma della minore disponibilità del sistema bancario, si vedano i dati relativi ai prestiti alle imprese ed ai prestiti alle famiglie, entrambi in calo nell’arco del 2012.

La tabella esaminata non parla però di un altro fenomeno assai preoccupante in Italia, ovvero quello relativo alla fuga dei capitali all’estero; pensate che nel solo mese di ottobre’12 si è registrata una diminuzione dei depositi bancari, rispetto al mese precedente, di circa 26,4 miliardi di euro. Ciò è dovuto essenzialmente a due motivi: in primo luogo, la paura di molti italiani di una sempre più probabile applicazione di una patrimoniale sui depositi bancari, ed in secondo luogo il timore per il risultato delle prossime elezioni politiche, con un alto rischio di ingovernabilità.

Alla luce della disanima di questi dati ufficiali e reali, il quadro che ne emerge per il 2012 è quello di un’Italia ancor più impoverita, meno competitiva, e molto più indebitata. Quindi, dati alla mano, non si può certo affermare che il Governo Monti abbia prodotto effetti positivi o per lo meno abbia ridotto lo stato di crisi e di malessere della popolazione italiana anzi, semmai lo ha accentuato. E le prospettive per il prossimo anno non sono certo gratificanti, seppure con un’eventuale prosecuzione del Direttivo attuale nella conduzione del Paese. E pensare che per qualcuno dei nostri precedenti governanti.. questa crisi era solamente di tipo psicologico

Senza dubbio il Professore e tutti i colleghi del suo Esecutivo dovrebbero tornare nuovamente sui banchi di scuola.

Fabrizio Zampieri

-Economista ed Analista Finanziario

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