Padova Pride Village 2012, Paola Marella valuta il Village a peso d’oro

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Il Padova Pride Village ha simpaticamente sudato le famose sette camicie, Paola Marella voleva vendere l'intero Villaggio, l'esperta e amata del settore immobiliare ha da subito detto che metterebbe i villeggianti all'interno di una villa "sono davvero tanti e colorati e tutti insieme in una grande villa ci starebbero veramente bene". Paola Marella è la conduttrice delle note trasmissioni televisive in onda su Real Time ed è stata intervistata dal bravo Pierangelo Serio creatore del video campagna  raccolta firme "Una volta per tutti". E' stata una serata dedicata a chi voleva trasformare il proprio mini appartamento nella Reggia di Versailles, o per chi non sapeva distinguere tra un bugnato e una maiolica, per chi voleva arredare la casa con gusto o semplicemente desiderava seguire un corso accelerato di cultura e classe. Paola ha saputo rispondere con classe e raffinatezza alle diverse domande fatte dal numeroso pubblico. La Marella, laureata in architettura, è una mediatrice immobiliare di grande esperienza. Conduce su Real Time due trasmissioni di successo, “Cerco casa disperatamente” e “Vendo casa disperatamente”, nelle quali guida i suoi clienti e il suo pubblico alla ricerca della casa da sogno e della ristrutturazione perfetta. Per Rizzoli RCS ha pubblicato nel 2011 il volume Arredo Casa Disperatamente.

Nello Spazio Tralaltro, la piece teatrale, è stata firmata da Francesco Berti e Andrea Dellai – alias Musa Fragile – Ho imparato vivendo. Il progetto nasce dal viaggio fatto da Francesco Berti a Barcellona nella primavera del 2010 con lo scopo di fotografare momenti di vita di alcune persone sieropositive, con le quali era entrato in contatto tramite alcune associazioni locali. Ho Imparato Vivendo vuole essere la continuazione di quel viaggio. Un momento di riflessione sull’esperienza appena effettuata e di elaborazione di nuovi materiali artistici che possano essere d’aiuto per la lotta contro i pregiudizi, sempre presenti, legati alla sieropositività e alle persone che hanno contratto il virus. «La strada contro gli stereotipi e la paura è ancora lunga. – affermano gli autori – Con la notevole riduzione del rischio di morte e la conseguente cronicizzazione del paziente affetto da virus HIV, si rileva un abbassamento della soglia di attenzione per quanto riguarda la prevenzione base delle malattia a trasmissione sessuale: di conseguenza è altissimo il numero di persone che oggigiorno al test HIV risulta essere positivo. Al contempo, però, non diminuiscono i fenomeni di discriminazione nei confronti dei sieropositivi. Il virus è ancora legato all’idea di morte, incurabilità e sofferenza».

Redazione padovanews – Alessandro Leorin

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