L’EURO QUESTO SCONOSCIUTO…

Sembrano assai lontani i tempi dell'italica LIRA eppure la nostra “vecchia” moneta è stata in vigore sino al 31 dicembre 2001. E' infatti solo dal primo gennaio 2002 che l'EURO ha iniziato a circolare fisicamente sotto forma di monete e banconote, divenendo praticamente la valuta ufficiale dell'Unione europea e quella unica per i 17 Stati membri attualmente aderenti all'Unione Economica e Monetaria.  Ad oggi, ben 10 dei 27 stati membri della U.E. non adottano  ancora l'euro come valuta ufficiale (l'ultima ad aderire alla valuta comune è stata l'Estonia) e due nazioni: Regno Unito e Danimarca, in seguito a referendum popolare, non adottano l'euro grazie ad una speciale deroga al Trattato di MaastrichtL'insieme dei Paesi che adottano la valuta comune è generalmente indicato come Eurozona  e conta oltre 320milioni di abitanti (i Dipartimenti francesi d'oltremare adottano anch'essi l'euro e vi sono Paesi che utilizzano divise legate all'euro). Forse non tutti sanno che l'EURO è entrato in vigore per la prima volta il  primo gennaio 1999 (dal 01/01/1999 al 31/12/2001 fu utilizzato esclusivamente a livello interbancario, come moneta virtuale e non come moneta circolante) in undici degli allora 15 Stati membri cui si aggiunse poi la Grecia (ex post, non fu una grande scelta…) che rientrò nei parametri economici richiesti nel 2000 e fu ammessa all'eurozona il primo gennaio 2001 (notare come la Grecia fosse l'unico Paese che  non rispettava nessuno dei criteri di Maastrich stabiliti..).

Ora riusciamo quindi a comprendere come il rispetto dei parametri di Maastrich da parte della Grecia fu… artificioso e le conseguenze (negative) che stiamo vivendo oggi siano iniziate ben 10 anni fa…  E' doveroso altresì sottolineare come tra i parametri più importanti vi fosse quello relativo al rapporto debito/PIL che doveva essere inferiore al 60%, ma nella fase iniziale di adesione alla valuta comune vennero inclusi anche Stati che non avevano proprio i “conti” in ordine  ma che, in virtù di dichiarazioni governative, avrebbero fatto quadrare i bilanci pubblici, nel rispetto dei criteri prefissati, nel medio periodo; anche ad Italia e Belgio infatti  fu permesso di adottare subito l’euro anche in presenza di un rapporto debito/PIL largamente superiore al 60%.

Tra pochi mesi l'EURO  compirà quindi 10 anni (01/01/2002–01/01/2012) dalla sua entrata in circolazione sotto forma di monete e banconote ma, nonostante la giovane età, possiamo  notare come porti con sé affanni ed acciacchi da cui doveva essere esente se si fosse agito davvero in maniera innanzitutto lungimirante e soprattutto economicamente corretta.  Sappiamo che è stata preposta la BCE (Banca Centrale Europea), con sede a Francoforte, all’amministrazione delle politiche monetarie comuni, con obiettivi primari di mantenimento della stabilità dei prezzi e di un cambio stabile nei confronti delle valute delle altre economie avanzate; e dal sistema delle Banche Centrali Europee, solamente relativamente alla coniazione e distribuzione di banconote e monete all’interno dei singoli Stati aderenti alla moneta unica. Ora i Governatori di tutte le Banche Centrali degli Stati aderenti all’UE siedono all’interno del board della BCE che si riunisce 2 volte al mese ,ogni I e III giovedì di ogni mese; ma la riunione più importante è quella del I giovedì poiché è l’unica, salvo casi eccezionali, nella quale si può agire nella variazione dei tassi d’interesse (gli annunci vengono dati alle 13.45, ora italiana, e alle 14.30 segue la conferenza stampa del  Governatore in cui illustra lo scenario atteso per l’economia e spiega l’orientamento di politica monetaria). Il III giovedì di ogni mese le riunioni del Direttivo avvengono invece a porte chiuse e non sono previsti comunicati stampa. In aggiunta, la BCE pubblica un bollettino mensile (consultabile sul sito della Banca Centrale Europea, anche in lingua italiana) ricco di analisi economiche e tabelle in cui illustra la sua interpretazione dello scenario economico e dalla quale, ad un esame tecnico ed esperto, si potrebbero dedurre anche importanti anticipazioni.

Parlando di funzioni della BCE, è curioso notare che i recenti interventi cosiddetti di “salvataggio” messi in atto nelle ultime settimane dalla BCE tramite l'acquisto  di  titoli di Stato dei Paesi a maggior deficit pubblico quali Grecia, Italia e Spagna non rientrerebbero nelle competenze dell'Istituto con sede a Francoforte, anzi sono menzionati tra i “divieti”. Tali acquisti vanno assumendo valori decisamente “pesanti”: secondo i dati dell'agenzia Bloomberg infatti,  a fine agosto 2011, la Banca Centrale Europea  aveva portato a  96 miliardi di euro i suoi "investimenti" in titoli governativi europei dei Paesi in maggiore difficoltà (PIIGS). Ed ora si capisce come alcune nazioni quali soprattutto la Germania si stanno opponendo a tale scelta operativa della BCE; affermano infatti che l’Istituto Centrale Europeo non dovrebbe né acquistare titoli di Stato di Paesi aderenti, né emettere altre obbligazioni (Eurobonds) per aiutare tali Paesi perché, in tal modo, non si rispetterebbero le regole del trattato di Maastrich e le competenze della Banca Centrale Europea.

Sarebbe utile fare anche alcune disquisizioni sul Fondo Monetario Internazionale (FMI); questa struttura finanziaria nacque nel lontano luglio del 1944, dopo gli accordi di Bretton Woods, con il compito principale di equilibrare gli squilibri finanziari in campo internazionale causati dall’applicazione dei nuovi accordi. Nel 1971 però gli Stati Uniti, in modo unilaterale, decretarono la fine di tali accordi, abbandonando il regime del “gold standard” (cambio del dollaro legato alla quotazione dell’oro entro un range di valore praticamente fisso), lasciando di fatto svalutare la valuta americana con un sistema di cambi flessibili. Conseguentemente a ciò il Fondo Monetario Internazionale, nato con lo scopo di stabilizzare i cambi delle valute internazionali, non aveva più ragione di esistere ed, in teoria, avrebbe dovuto essere “smantellato”; eppure tale Istituzione è tuttora esistente e sempre più condizionante la vita dei singoli Stati; inoltre la sua limitata dotazione finanziaria lo rende anche poco efficace nelle azioni di sostegno alle nazioni in difficoltà dal momento che, formalmente, primario compito è quello di erogare crediti a Paesi in situazioni deficitarie.

Per comprendere quindi molti accadimenti economici e finanziari negativi odierni, quali le “tempeste” valutarie internazionali, la crisi dell’Euro, la sopravalutazione dello yuan cinese, la copertura del deficit pubblico americano tramite la stampa praticamente illimitata di nuove banconote, le inondazioni dei mercati finanziari di liquidità (prestiti di denaro a costo nullo o molto basso da parte delle Banche Centrali al sistema bancario/finanziario), ecc…, bisogna guardare molto indietro nel tempo e riconoscere quegli elementi ed accadimenti che, in modo sommatorio e sequenziale, hanno portato a questi effetti.

Daniela Turri

Fabrizio Zampieri

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