Don Andrea Gallo al Padova Pride Village

Don Andrea Gallo (foto A. Leorin)Ha compiuto 83 anni lo scorso 18 luglio don Andrea Gallo, salito ieri sera sul palco del “Pride Village” senza freni (decisamente arduo il compito del giornalista de “Il Mattino di Padova” Filippo Tosatto di intervistarlo) e tonante. È arrivato sventolando una sciarpa rossa, raccontando a ruota libera aneddoti personali, alternati a enunciazioni di principi e suggerimentiNoi preti dobbiamo indicarvi le giaculatorie, no?» rammentava prima di passare a indicazioni serie), a battute, commenti e barzellette non esenti dal toccare la Chiesa e le gerarchie. Con tanto di nome, cognome e carica.

«Io e il cardinale Bertone siamo stati compagni di facoltà – ha spiegato don Andrea –. Abbiamo fatto gli stessi esami… Ma io già il 16 agosto 1949 avevo capito che la mia missione non sarebbe mai stata diventare papa. Sarebbe stato imbarazzante un “papa Gallo”…».
La battuta è tornata utile per ribadire l’etimologia della parola compagno, tornata spesso nel corso della serata in tutte le sue sfaccettature: «Deriva da cum panis – ha sottolineato il famoso sacerdote genovese – e rimanda l’azione dello spezzare il pane. Essere compagni significa impegnarsi perché tutti godano degli stessi diritti».

«A che livello siamo arrivati… Perché vi lasciate portar via la democrazia? – ha quindi lamentato il “prete di strada”, come ama definirsi poiché considera le cosiddette persone ai margini la vera università della sua vita –. Dobbiamo sforzarci tutti di diventare sempre più uomini e donne capaci di abbracciare l’intera umanità.
Dicono che sono un prete contestatore, ma io amo la Chiesa. Solo che, se vedo delle ragnatele, le faccio notare. Impegniamoci tutti a diventare più umani, come diceva il mio amico Vittorio Arrigoni; più cristiani, più preti, più nonviolenti, più anticapitalisti. Dobbiamo ricominciare a vivere insieme: è terribile l’indifferenza che si è diffusa nel nostro paese nel corso degli ultimi dieci anni. Dobbiamo esercitare ed accrescere la nostra coscienza critica. Alziamo la testa, incrementiamo la partecipazione democratica».

Per concludere, don Gallo ha ricordato alcuni dei suoi amici più cari. Dall’aneddoto su Einstein che Fabrizio De André voleva sempre gli leggesse, in cui si racconta come il grande scienziato, a chi gli chiedeva a quale razza appartenesse, rispondeva con semplicità e sagacia «alla razza umana». Al padovano don Albino Bizzotto, fondatore dei “Beati i costruttori di pace”, che, insieme al missionario comboniano padre Alex Zanotelli, è stato promotore di iniziative e prese di posizione pubbliche contro i cappellani militari. Al romano don Di Liegro che ribadiva che un adagio saggio direbbe “dimmi chi escludi e ti dirò chi sei”. Incoraggiando infine tutti ad “agitarsi, organizzarsi, studiare”, come Gramsci scriveva nel 1919. Come fosse ieri.

Cinzia Agostini

 

Be the first to comment on "Don Andrea Gallo al Padova Pride Village"

Leave a comment