Angèle et Tony

In questi giorni è nelle sale "Angèle et Tony" di Alix Delaporte, una pellicola francese presentata all'ultima Mostra del Cinema di Venezia. Questa è una storia d'amore tra due persone disperatamente alla ricerca di un legame affettivo. Angèle, una personalità border-line, è appena uscita di prigione perché ritenuta responsabile di un incidente che è costato la vita al marito, ed è alla ricerca di una relazione sentimentale stabile che le permetta di riprendersi il figlio, affidato alle cure dei nonni paterni. Tony un pescatore di mezz'età, che abita con la madre rimasta vedova e che vive di sacrifici e solitudine, anche lui alla ricerca di un rapporto amoroso per sfuggire a una solitudine che lo opprime. S'incontrano per caso, grazie a un annuncio, e si conoscono un po' alla volta. Angèle avrebbe fretta, ma Tony la tiene a distanza finché non si sentirà sicuro dei sentimenti di lei prima di permetterle d'avvicinarsi.

Questi i due protagonisti del lungometraggio, ma ce n'è un terzo: la Normandia, con i suoi paesaggi, con il suo mare, con suo il vento. Gli scenari di questa regione della Francia accompagnano l'evoluzione di questa storia d'amore, ma soprattutto accompagnano il faticoso riavvicinarsi della madre al figlio di nove anni. Un bambino che vuole ricominciare a fidarsi della madre, che vorrebbe tornare ad amarla, ma per intraprendere questo cammino chiede tempo e pazienza. In questo lento riavvicinamento del figlio alla madre sta la componente commovente del film.

Il film ha dialoghi diretti, brevi, concisi, sono le sequenze e i primi piani molto
lunghi che spiegano allo spettatore l'evoluzione interiore e affettiva dei protagonisti,
non le parole.

Alessandra Franceschi

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