A lezione di storia economica con “Il piu’ grande crimine” del giornalista Paolo Barnard

Per capire ed interpretare il presente – e poterci preparare al futuro che ci attende – è necessario conoscere il passato da cui veniamo. E’ una lezione che abbiamo ricevuto tutti, sin da ragazzini, pur senza ricordare chi per primo abbia espresso questo concetto basilare. Ed è stato Paolo Barnard a ricordarlo, lo scorso 19 novembre, al centinaio di presenti nell’Auditorium dell'Assunta di Rubano (PD), durante la presentazione del saggio "Il piu' grande crimine". Un lavoro di inchiesta e ricostruzione degli ultimi 70 anni di storia geo-politica del mondo occidentale, grazie al quale il bravo giornalista, già collaboratore della nota trasmissione di giornalismo investigativo Report (RAI 3), descrive il percorso di progressiva perdita della sovranità da parte degli Stati europei.

Durante la serata, intitolata “Potere economico, democrazia e partecipazione. La distruzione degli Stati, delle leggi e della cittadinanza in 70 anni di economia pianificata a tavolino dalle elites finanziarie”, Barnard ha proposto la sua visione del potere. La politica è soltanto il cortiletto del vero potere, una specie di zona franca in cui ai politici è concesso di svolgere i loro piccoli loschi affari a patto che ubbidiscano sempre e comunque a chi di dovere. Insomma, “Un colossale e onnicomprensivo ingranaggio invisibile manovra il sistema da lontano. Spesso cancella decisioni democratiche, prosciuga la sovranità degli Stati e si impone ai governi eletti”. Così parlava il Presidente brasiliano Lula al World Hunger Summit del 2004.

Il giornalista di Bologna fa nomi e cognomi, elenca fatti e circostanze: dalla Commissione Trilaterale al Gruppo Bilderberg, dal trattato di Lisbona ai grandi gruppi delle lobbies, dall’Organizzazione Mondiale del Commercio alla Banca Mondiale. Su Le Monde Diplomatique del novembre 2003, l’autore di un articolo sulla Commissione Trilaterale – il professore Olivier Boiral – scriveva: “Come i re filosofi della città platonica, che contemplavano il mondo delle idee per infondere la loro trascendente saggezza nella gestione degli affari terrestri, l’élite che si riunisce all’interno di questa istituzione molto poco democratica si adopera nel definire i criteri di un ‘buon governo’ internazionale. Veicola un ideale platonico di ordine e controllo, assicurato da una classe privilegiata di tecnocrati che mette la propria competenza e la propria esperienza al di sopra delle profane rivendicazioni dei semplici cittadini”. L’obiettivo di queste persone è molto semplice: la fine della vera democrazia, il ritorno ad un mondo controllato da pochissimi, e l’inversione di quel processo di civilizzazione che lentamente abbiamo portato avanti negli ultimi due secoli.

Pesantissima l’accusa contro il Trattato di Lisbona, definito come il colpo di Stato europeo che ci ha trasformati in cittadini governati da burocrati non eletti democraticamente dai cittadini. Dopo la ratifica del Trattato di Lisbona, 500 milioni di europei sono governati da una elite di burocrati, non eletti, che rispondono unicamente a principi di tutela degli interessi di carattere economico e finanziario di alcune lobbies di potere. Barnard ha spiegato come tale accordo estrometta di fatto i cittadini comunitari dall'effettiva possibilità di intervento e controllo politico, sovvertendo il principio di sovranità popolare, la quale si ridurrebbe nelle mani di un manipolo di burocrati della Commissione europea. In particolare, sostiene che il Trattato crei notevoli sbilanciamenti sociali in favore delle lobby economico-finanziarie internazionali, sottraendo la possibilità per i popoli d'Europa di modificare questo stato di cose, impedendo l’attuazione di politiche sociali che tutelino gli interessi dei più deboli.

Altro problema cruciale è legato all’avvento dell’Euro, che ha portato alla perdita della sovranità monetaria dei singoli stati nazionali e che ora non possono più decidere autonomamente politiche fiscali o di bilancio, utilizzando magari lo strumento del debito pubblico per realizzare l’obiettivo della piena occupazione. Gli effetti dell’introduzione dell’Euro sono ora visibili: il continuo manifestarsi della minaccia di un catastrofico collasso economico europeo serve agli organismi internazionali (Unione europea, Fondo monetario internazionale e Banca mondiale)per imporre agli Stati il loro protettorato economico centralistico, con il solito vecchio pretesto del 'non c'e' alternativa', per annullare ogni residua sovranita' nazionale dei singoli paesi in materia di politica economica. Non lo dicono i no-global o i teorici della cospirazione, ma il direttore dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, che qualche tempo fa, parlando della crisi europea, aveva detto: ''Le ruote del coordinamento tra paesi si muovono troppo piano. Il centro deve prendere l'iniziativa nelle aree chiave per raggiungere il destino comune in economia, finanza e politiche sociali. I paesi devono cedere una parte maggiore della loro sovranita' al centro''.

C’è da dire che non tutte tutte le considerazioni di Barnard sono facilmente condivisibili, e più di qualche perplessità è emersa tra i presenti nell’auditorium di Rubano per le severe critiche mosse praticamente a tutti quelli che egli definisce i paladini dell’antisistema (Santoro, Travaglio, Beppe Grillo, la Gabanelli, etc.), compreso Roberto Saviano. Una certa delusione anche per la totale chiusura circa la questione del Signoraggio, troppo semplicisticamente liquidata da Barnard di fatto come una “sciocchezza”.

Paolo Barnard, di cui va sottolineata la preziosa e notevole onestà intellettuale, è stato giornalista di Report, RAI 3, corrispondente estero nei quotidiani nazionali ed è saggista e scrittore. Esperto di politica estera. Ha scritto libri su terrorismo internazionale, Palestina e Israele, e sull’umanizzazione della Medicina. Ha tenuto conferenze per anni in giro per l’Italia sui temi delle sue inchieste e sul suo impegno come attivista per un ‘mondo migliore’. Nella vita ha fatto forse più volontariato che giornalismo, in campi diversi come i diritti umani, l’esclusione sociale, la lotta alla povertà nel mondo, l’aiuto agli ammalati terminali, l’impegno civico. Ha vissuto per anni in Gran Bretagna e negli USA.

In questi video, il riassunto del saggio "Il più grande crimine", di cui Barnard ha parlato durante la serata di Rubano:
Parte-1
Parte-2
Parte-3
Parte-4
Parte-5
Parte-6

http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Barnard

Nicola Furini

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